Si nascondono tra le maglie del tessuto economico e commerciale di tutta Italia andando a colpire soprattutto i piccoli imprenditori che a loro si rivolgono proprio per avere invece un aiuto. Sono gli usurai che utilizzano la crisi economica e le difficoltà di ottenere l’accesso ai crediti bancari per offrire prestiti veloci, ma con altissimi tassi di interesse che mettono in ginocchio i commercianti indebitati. E come tutto lo Stivale, Viterbo non è certo fuori dal giro di usura, ma fortunatamente rispetto al resto delle città italiane risulta essere sotto la media nazionale.
Da quanto rivela infatti il rapporto Usura 2016 stilato dall’istituto Eurispes, il capoluogo della Tuscia è al 47esimo posto con un indice di permeabilità d’usura pari al 42,69%. Notevolmente al di sotto della media italiana se si pensa che al vertice della classifica è Parma con il 100%, seguita da Crotone al 96,79% e da Siracusa con il 91,87%.
Viterbo, insieme a Rieti che registra un 32,90%, risulta essere anche la città con meno infiltrazioni di usura della regione Lazio: Latina è infatti al 29esimo posto con il 61,32%, Frosinone al 30esimo con 59,86% e Roma si classifica 42esima con un indice di 42,69%.
Un buon risultato per la Città dei Papi se si considera poi che il Lazio è solo seconda alla Campania nella media nazionale. Nel Lazio, come si legge infatti sul rapporto dell’istituto Eurispes, sono 28mila i commercianti colpiti dall’usura, pari a quasi il 35% delle attività economiche attive in regione, per un giro d’affari stimano in 3,3 miliardi di euro. Vale la pena inoltre sottolineare che l’ammontare del denaro calcolato per il Lazio, dal rapporto Usura 2016, supera addirittura quello della Campania che si classifica invece come prima regione italiana per la presenza di usurai: con un giro d’affari stimato a 2,8 miliardi di euro e 32mila commercianti coinvolti.
Tirando le somme quindi si può dire che Viterbo, nonostante sia circondata dal malaffare, tiene ancora bene botta registrando per la permeabilità di infiltrazioni d’usura numeri molto inferiori rispetto al resto della media nazionale.
