Non è vero che niente è per sempre. I diamanti, per esempio, quelli sì che sono per sempre. Ma c’è anche un’altra cosa, certamente più importante e necessaria dei diamanti, che travalica qualsiasi confine e rimane nei secoli immutata e anche aperta alle numerose interpretazioni che l’uomo nel tempo le dà. È la letteratura, la forza della parola scritta che scavalca i limiti della caducità umana e viene tramandata nei secoli. Si pensi a come sono tramandate la Bibbia, che al di là dall’essere un libro sacro è un testo di prosa letteraria, o la Divina Commedia, capolavoro assoluto del sommo poeta Dante. Ed è proprio da queste basi che nasce il festival “La parola che non muore mai”.
Giunta alla seconda edizione, diretta da Massimo Arcangeli e da Giancarlo Liviano D’Arcangelo, la manifestazione si svolge dal 30 settembre al 2 ottobre in uno dei borghi più suggestivi della Tuscia: Civita di Bagnoregio. La scelta non è casuale, anzi è perfetta per il tema dell’evento. Il paesino in provincia di Viterbo, conosciuto anche come “il paese che non muore mai”, sta lottando da anni per rimanere in piedi sfidando terremoti e qualsiasi altro evento climatico e, come la letteratura, sembra quasi dire che ci sarà per sempre.
Saranno tre giorni dedicati non solo alla parola scritta, ma alla cultura in generale che cerca di imporsi e resistere anche durante il tempo dello smartphone, di internet, di Wikipedia e dell’indifferenza diffusa. Civita di Bagnoregio sarà animata da studiosi, artisti, intellettuali conosciuti a livello internazionale e giovani talenti che si devolvono interamente alla musica e alla poesia. Ci sarà anche il premio “Caro poeta”, gemellato con l’omonimo premio di Civitanova Marche, che incoronerà la migliore raccolta di poesie pubblicata fra il 2015 e il 2016. Il vincitore potrà vedere pubblicata la propria opera in lingua inglese, francese e spagnolo e avrà la possibilità di risiedere dove il poeta Caro, da cui il titolo della competizione, ha tradotto l’Eneide. A decidere sarà una giuria composta da 100 membri esperti provenienti dai vari campi della cultura e dell’arte italiana e internazionale.
La parola è al centro dei temi che saranno affrontati per tutto il festival. Non solo la parola scritta, ma anche quella biografata, filmata, migrante, senza confini, conservata e rapportata con le nuove generazioni. A esibirsi e dibattere su questi argomenti arriveranno molti artisti e giovani appassionati. La manifestazione si concluderà poi con la partecipazione straordinaria di suor Teresa Forcades. Teologa di fama mondiale terrà una lectio magistralis intitolata “La parola creatrice” che suggellerà il festival riconoscendone, con la sua presenza, l’alto valore culturale e sociale.
“La parola che non muore” è gemellata con il borgo dei libri di Torrita di Siena, la Festa di scienza e filosofia di Foligno, il Futura festival di Civitanova Marche. Con il patrocinio del Centro per il libro e la lettura e del Consiglio nazionale degli ingegneri, e il sostegno di Aiic Italia (Association internationale des interprètes de conférence), Aracne, fondazione Univerde, Nuovi argomenti, azienda agricola Il Marrugio e azienda agricola e agrituristica La Polverosa. In collaborazione con la Casa delle letterature e il festival delle Letterature di Roma, Cassino Off, la Città del libro di Campi Salentino, le feste Archimedee di Siracusa, il festival delle letterature di Milano, il festival delle Storie della Valle Comino, il parco poesia di Rimini, il festival della Crescita, il festival Leggendo metropolitano di Cagliari, la società Dante Alighieri e l’università della Tuscia.