Quando la tragedia fa il suo ingresso senza permesso sul proscenio della vita e ne stravolge completamente il copione, scuotendo l’esistenza come un galeone nella tempesta, ci sono solo due scelte che si possono fare: rimanere in balia degli eventi e soccombere, oppure riprendere il timone con presa ben salda e riportare la nave sulla giusta rotta, verso acque tranquille e cieli sereni. E lo sport, da sempre, è un faro per tutti quei marinai che si perdono nella burrasca.
Sono iniziati a Rio de Janeiro, mercoledì scorso, i XV Giochi paralimpici. La kermesse sportiva, sorella dei giochi olimpici estivi, vedrà impegnati fino al 18 settembre i migliori atleti al mondo con disabilità fisiche. Per l’Italia, sono 94 gli azzurri impegnati in 14 differenti discipline.
Attesa speciale nella Tuscia, dove gli occhi davanti ai televisori saranno tutti puntati su Marco Cima, lo schermidore vetrallese che dopo il quarto posto di Londra 2012 sogna di salire sull’aereo di ritorno da Rio con una medaglia appesa al collo.
Nato a Vetralla nel 1976, Marco perde l’uso delle gambe in seguito a un incidente motociclistico. Un dramma personale che trova nello sport un’occasione di riscatto. Si appassiona alla scherma in carrozzina nel 2007 ed è da lì, con il fioretto come arma, che quella sedia a due ruote si trasforma in un trono che potrebbe vederlo re.
Sei titoli italiani vinti finora: quattro nel fioretto, conquistati nel 2009, 2011, 2015 e 2016 e due nella spada, nel 2011 e 2012. Nel 2010 la prima convocazione con la Nazionale: medaglia di bronzo nel fioretto a squadre agli Europei di Sheffield del 2011 e argento ai Mondiali di Catania dello stesso anno. Nel 2012 continuano le soddisfazioni per il fiorettista: bronzo nella classifica generale di Coppa del Mondo, arrivando terzo nelle tappe di Malchow, Lonato ed Hong Kong e soprattutto la prima partecipazione ai giochi paralimpici, a Londra, dove sfiora il bronzo sia nel fioretto individuale che in quello a squadre.
Due anni dopo arriva sempre terzo in Coppa del mondo, con le medaglia d’oro sia nella tappa tedesca di Malchow che a Lonato. Nel 2015 è medaglia di bronzo nel fioretto individuale ai Mondiali di Eger, in Ungheria, mentre quest’anno centra la qualificazione a Rio con il terzo posto agli Europei di Casale Monferrato, ultima gara utile per ottenere il pass paralimpico.
Ora, all’Arena de Juventude di Rio, dove Marco scenderà in pedana mercoledì con l’individuale di fioretto, poi il 15 settembre con la spada a squadre (causa sqalifica della squadra russa) e il 16 con quella di fioretto, il sogno di una medaglia non è impossibile.
”Spero di ripetere la prestazione di Londra – dice l’atleta della Guardia forestale in un video del Comitato paralimpico italiano – e di migliorarmi se è possibile, conquistando, chissà, qualcosa di più. Per preparare questi giochi mi sono allenato 4 ore al giorno per 5 giorni a settimana tutto l’anno”.
”L’avversario più temibile – prosegue il vetrallese – sono io stesso, ma temo la Cina. Loro sono i più forti, anche se quest’anno in Coppa del Mondo si è dimostrato che non sono poi così imbattibili. Noi Azzurri siamo competitivi con tutti, sono molto fiducioso”.
”L’obiettivo minimo per questi Giochi? – risponde sorridendo -. Ovvio, la medaglia d’oro!”. E in bocca al lupo.