Attacco, parata e risposta. Nella scherma è la tattica classica che spesso consente di mettere a segno una stoccata. Alle esternazioni dell’altro giorno di Antonella Ambrosini, segretaria della Funzione pubblica della Cgil, sulla situazione degli asili nido gestiti dal Comune di Viterbo, risponde adesso l’assessore alle Politiche sociali, Alessandra Troncarelli, direttamente chiamata in causa dalla sindacalista. Puntuali i chiarimenti alle tante obiezioni sollevate.
Si parte dalle accuse riguardo il fatto che ci sarebbero state “discriminazioni” nell’assegnazione dei posti. E’ perentorio il tono del chiarimento: “Più volte e in varie sedi – sottolinea Troncarelli – ho chiarito che il Comune non ha fatto alcuna ripartizione degli iscritti in favore di alcune strutture accreditate e né, tanto meno, a danno di altre. Ai genitori non è stato riferito alcun dato circa la disponibilità di posti presso le varie strutture, è stato chiarito esclusivamente il numero di iscritti di cui il Comune, nei limiti imposti dal bilancio, avrebbe potuto farsi carico”.
La conseguenza di tutto per l’assessore è che “la scelta dell’asilo presso il quale iscrivere i propri figli è stata esclusiva facoltà dei genitori, i quali hanno operato in piena libertà anche a seguito dell’open-day che ha consentito loro di visitare le strutture accreditate e di valutare quella più corrispondente alle proprie esigenze. Quanto appena detto vale anche per i lattanti, i cui genitori, avendo scelto per primi i posti disponibili tra tutte le strutture, non sono stati ‘smistati’, ma saranno tutti accolti dalle strutture scelte dagli stessi”.
“Pur nei limiti imposti dal bilancio, sono comunque 120 gli iscritti nei vari asili nido accreditati presenti in città – aggiunge Alessandra Troncarelli -. E inoltre è opportuno ribadire che quest’anno i posti per i nuovi iscritti sono inferiori rispetto a quelli messi a disposizione lo scorso anno”.
In cauda venenum, dicevano i Latini e proprio nelle ultime battute della comunicazione arriva la risposta all’accusa più pungente mossa dalla Ambrosini e cioè che l’amministrazione comunale ha operato nella gestione delle iscrizioni nel “caos più totale”. “Quest’amministrazione, e in particolare l’assessorato alle politiche sociali – replica secca l’assessore – non possono considerare ricevibile una siffatta affermazione. A meno che non si voglia stravolgere il significato etimologico del termine e con caos intendere trasparenza e attiva partecipazione dei genitori”.