Bentornati a Roccalvecce. Ieri l’altro il Post ha tirato in ballo la frazione del capoluogo, presentando un caso tipico-atipico relativo al servizio di trasporto pubblico. Non un pezzo denuncia, a vederla bene. Ma piuttosto il racconto di una storia che non ha né capo né coda. Infarcita di arcaici e calcificati problemi.
Oggi siamo di nuovo qua a parlarne. Poiché come spesso accade, in seguito all’uscita della notizia siamo stati contattati da un residente del borgo stesso.
Alcuni suoi concittadini si erano detti preoccupati per la soppressione della corsa Francigena delle 9 di mattina. Sentendosi, in un certo senso, ancor più “isolati”. Nel dibattito è intervenuto anche Giancarlo Turchetti, sponda Uil. Che ha spiegato come “tale corsa venga tolta solo durante l’estate per permettere la turnazione ferie del personale. Spesso inoltre non la prende nessuno. E poi in quel preciso orario passa il Cotral. Quindi il servizio è in qualche modo garantito”.
Ed eccoci alla segnalazione. Che abbiamo raccolto telefonicamente dal signor Francesco. “C’è un problema più grave di fondo – spiega – Va bene che tutti pagano le tasse quindi i servizi dovrebbero essere uguali, vero anche è che un bus per fare queste tratte dove c’è veramente poca gente spende più di quanto guadagna, il problema al quale mi riferisco però è che in Italia si ha la pessima abitudine di non comperare i biglietti, non c’è nessuno che li fa fare né nessuno che controlla. Dispiace dirlo, ma nel caso specifico ciò vale soprattutto per gli stranieri. Gli stessi che oltre a nn munirsi di ticket, ce li troviamo sempre qua ad occupare le case sfitte, senza che nessuno intervenga”.
Il discorso è forte, contorto come ogni volta che si affronta. E riassumerlo in due righe non è certo facile. Naturale è però considerare che a fronte di tanti biglietti non emessi equivale un mancato introito. E meno soldi in cassa di sicuro non aiutano a garantire la copertura di tratte che sono, come dire, “a perdere”. Della serie: se tutti pagassero, magari passerebbero più bus.
“Viviamo in una periferia – prosegue – infarcita di disagi. Non vi è segnale telefonico, Internet manco a pensarci”. Naturale perciò che ogni piccolo servizio tolto equivalga ad una coltellata. “Tornando al discorso dei trasporti – chiude Francesco – vorrei ricordare che a Roccalvecce non c’è nessuno che vende biglietti Cotral, e che per acquistarli a bordo bisogna pagare un considerevole supplemento.
La gente invece dovrebbe essere messa in condizione di pagare il giusto. il disservizio non può gravare sui nostri portafogli”.