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Pd, il futuro mette paura

E vai col coretto: “Che sarà/Che sarà/Che sarà/Che sarà de ‘sto Pd chi lo sa?”. E che a cantare questa canzoncina – almeno nella sua versione originale – fossero i Ricchi e Poveri è soltanto una tragica coincidenza. Oggi invece la intonano gli stessi esponenti del Partito democratico, preoccupati di quello che è successo negli ultimi giorni, a margine della elezione del presidente della Repubblica, e tormentati da un avvenire incerto se non indecifrabile. Abbiamo chiesto ad alcuni esponenti democratici viterbesi le loro impressioni e sensazioni, le loro previsioni e anche qualche paura se ne hanno. Il momento è delicato, ma parlarne può servire: lo sostengono diversi psicologi e anche Gigi Marzullo. Ecco, citati in ordine alfabetico, cosa hanno risposto.

Giulia Arcangeli

Giulia Arcangeli

Giulia ARCANGELI (ex consigliere comunale di Viterbo): “ Il fallimento politico del Pd non si discute. Alcuni mesi fa avremmo potuto vincere le elezioni, oggi se davvero dovesse arrivare un Governo di larghe intese con Berlusconi, come tutto lascia presagire, completeremmo la sciagura. D’altronde non credo ad un Governissimo che possa fare le cose più urgenti compresa la legge elettorale: anche Monti l’avrebbe dovuta fare, e abbiamo visto come è andata a finire. E il partito riceverebbe un altro colpo, forse decisivo dopo quelli degli ultimi giorni, per andare in frantumi. Occorre rimettere tutto in discussione, a livello nazionale come anche a livello locale. Con l’accordo col Pdl abbiamo legittimato per altri vent’anni Berlusconi e il suo modo di fare politica. E’ lecito allora pensare che qualcuno stia pensando di andarsene dal partito, magari con Vendola, che sta ragionando su un nuovo soggetto. Qui nella Tuscia? Credo e spero che non ci siano ripercussioni sulle prossime elezioni comunali, visto che fortunatamente la macchina elettorale è già avviata. Diverso il discorso per quanto riguarda il partito, che ha bisogno di una profonda riorganizzazione: si vedrà al congresso”.

Federico Grattarola

Federico Grattarola

Federico GRATTAROLA  (capogruppo Pd in Provincia, sindaco di Vignanello): “Quello che è successo al Partito democratico negli ultimi giorni si commenta da solo. E’ stato toccato il proverbiale fondo, a causa di personaggi inetti e incapaci. Ci vuole un rinnovamento totale, e non solo negli uomini, ma anche nello spirito. Occorre ritrovare i principi fondati del Pd, quelli di Veltroni, quelli del Lingotto. Questo dobbiamo dare ai giovani, e non le correnti, le spaccature stile vecchia Dc. Il Governissimo? E’ una prospettiva che non mi entusiasma affatto, e che va studiato in tutti i suoi aspetti. Mi rendo conto comunque che siamo di fronte ad un altro passaggio delicato, perché c’è da pensare prima di tutto alle urgenze che chiedono gli stessi italiani. Sulle ripercussioni in chiave locale della vicende nazionali non so: dopotutto in Friuli la Serrachiani ha vinto. E’ certo che le ripercussioni ci saranno, ma dentro ognuno di noi”.

Sandro Mancinelli

Sandro Mancinelli

Sandro MANCINELLI (ex consigliere comunale di Viterbo): “E’ arrivato il momento di mettersi d’accordo sulle cose indispensabili da fare, e in fretta. E per farlo servirà un Governo forte, peccato che i Governi forti sono fatti da maggioranze politiche chiare, e da Berlusconi mi sembra molto difficile, se non impossibile, ottenere chiarezza. E’ vero pure che anche il Pd da solo, oggi, non sembra affidabile per sé stesso, ma questa è una battuta. Comunque: le priorità sono l’emergenza sociale ed economica e la riforma elettorale. La Tuscia? Non è un’isola e dunque giocoforza potrebbe risentire dei problemi a livello nazionale, ma spero che non accada. Di certo le elezioni comunali sono un’altra partita, non ci sono presidenti della Repubblica da eleggere, e la legge per nominare il sindaco è molto più affidabile di quella elettorale nazionale: chi vince al primo o al secondo turno governa. Sappiamo in ogni caso che la partita è in salita. Di certo il buon risultato della Serracchiani in Friuli può insegnarci qualcosa: la gente vuole facce nuove”.

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Mauro Mazzola

Mauro MAZZOLA (sindaco di Tarquinia): “Il Pd non è riuscito a trovare delle risposte convincenti di fronte all’agitarsi di un comico come Beppe Grillo. Forse sarà colpa della legge elettorale, che indebolisce chi non ha una larga maggioranza in entrambe le Camere, ma il fatto resta. A mio parere il partito ha fatto bene a non scendere a compromessi con il Cinque Stelle, a non alzare le mani, ma non si può negare che ampie fette del Pd abbiano ceduto al populismo grillino. Io detesto questa moda dell’antipolitica: faccio l’amministratore e il politico da anni, e mi sento trasparente e onesto. Non capisco chi come Grillo invoca il nuovo a tutti i costi, e neanche quelli alla Renzi mi convincono. Però se da parte di Grillo si riuscirà ad ottenere un po’ di serietà magari ci si potrà parlare e capire cosa vuole davvero. Anche perché ci sono da risolvere dei problemi vitali: da sindaco vede quanta fame ci sia, tra gli italiani. A Roma questo magari non lo sanno, o fanno finta di non saperlo. La questione locale? E’ evidente che si è aperta una discussione all’interno del partito, e in questo clima l’anima più populista o deleteria potrebbe trovare terreno fertile: perciò bisogna restare lucidi e calmi. E discutere”.

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