Tarquinia. Terra di sole, mare, etruschi e scrittori. Tanti scrittori (praticamente tutti scrittori). Che ognuno ha sempre qualcosa da dire. Prendi ad esempio la situazione comunale.
Vediamola, ordunque. “Nell’ultimo consiglio non si è parlato solo di bilancio di previsione. L’amministrazione ha infatti consegnato il servizio idrico alla Talete – attacca così, penna alla mano, Marco Dinelli per il 5 Stelle – vogliamo perciò portare all’attenzione dei cittadini due fatti”.
E sentiamoli. “Il Comune va contro il referendum del 2011 sull’acqua pubblica, del resto come poi fanno anche Governo e regioni – sempre loro – e la Talete si presenta con una grave esposizione debitoria, nota a tutti, causata da un decennio di mala gestione”. Per dovere di cronaca, il bilancio 2015 della società (come poi abbiamo scritto ieri) è (di poco) in positivo.
Pronta la replica del sindaco di casa, Mauro Mazzola. Che non si lascia sfuggire l’occasione per ribattere. Il ping-pong fa più o meno così. “È evidente che i consiglieri Marco Dinelli e Pietro Serafini non sanno di che parlano – parte leggero, Mazzola – Sarebbe ora che scegliessero meglio i propri suggeritori, per evitare di fare brutte figure”.
E cerchiamo di capire quali sarebbero. “La legge Galli aveva previsto che gli enti locali si coordinassero e cooperassero tra loro al fine di riorganizzare la gestione dei servizi idrici – lui, ancora – eliminando gestioni singole, effettuate dai comuni. Tale principio è stato poi ribadito. La Regione Lazio nel 96 ha così individuato cinque Ato e il Comune di Tarquinia è stato ricompreso nell’Ato 1 Lazio nord”.
Per ora sono solo cifre e sigle. Ma poi si scende nello specifico (fortunatamente). “L’Ato 1 – chiude Mazzola – è stata affidata alla società in house Talete, società interamente pubblica partecipata dagli enti locali. Tarquinia, per vari motivi, non è riuscita ad entrare in Talete fino allo scorso 21 giugno, nonostante le sollecitazioni continue da parte della Regione”.
Morale della favola. Uno dice una cosa, uno replica un’altra. È la solita storia, insomma. E ci si rivede al prossimo duello in nero (su bianco).