Riceviamo e pubblichiamo
Viterbo,10.11.24
Cosa occorre per far cambiare opinione su Giulia Farnese passata alla storia prevalentemente come concubina di papa Borgia Alessandro VI ? A cinque secoli dalla sua morte avvenuta a Roma nel 1524, ci ha provato un manipolo di operatori culturali guidati dal Touring Club di Viterbo con Università della Tuscia, Comitato promotore V Centenario ed Associazione “Le Triolè” che, se non altro, ha valutato le ragioni di questa negligenza in una pièce musicale-teatrale, moderata dal console Touring Vincenzo Ceniti, davanti ad un pubblico attento e numeroso, data venerdì scorso nella Sala Zuccari del Senato a Roma.
A parlare di questa “damnatio memoriae” perpetrata da secoli, sono stati alcuni documenti selezionati da Pietro Riga dell’Unitus e affidati alle voci di Fosca Speranza e Stefano Nazzaro. In sintesi, sono rapidi tratti della biografia di Giulia: le storie familiari, il “fatale” incontro con il cardinale Borgia futuro papa, il viaggio a Pesaro in compagnia di Lucrezia Borgia, le feste di palazzo Gonzaga con tanto di concorso di bellezza tra Caterina Gonzaga, Lucrezia e Giulia, le lettere affettuose ma anche le reprimende di Alessandro VI, la morte del fratello Angelo, l’invocazione alla Madonna della Quercia per una grave infezione da cui Giulia si salvò per grazia divina e brani del suo testamento.
Dalla lettura di questo documento redatto alla presenza di un notaio e di sette testimoni, emergono aspetti meno conosciuti sull’ultima stagione di Giulia vissuta a Carbognano per circa vent’anni, dopo la morte del marito Orsino Orsini, dove ha ristrutturato il borgo, riorganizzato le attività agricole e commerciali, assistito i più bisognosi, facilitato la crescita demografica del paese, diventando la “magnifica domina” di Carbognano. Una donna forte e autorevole, antesignana di quel femminismo di cui oggi valutiamo gli esiti..
La colonna sonora della pièce – composta con sapiente aderenza ai testi da Giorgio Bottiglioni docente di viola e animatore dell’ensemble musicale – è nutrita di arie di autori fiamminghi e italiani del Quattro-Cinquecento eseguite con strumenti d’epoca dal trio “Furiosi affetti” : alla viella (Erica Scherl), ai flauti dolci (Paola Giuffrè), al liuto (Edoardo Blasetti); voce di soprano (Francesca Proietti).
Umberto Laurenti del castello farnesiano di Carbognano, ha ricordato che Giulia e i Farnese hanno lasciato a Roma e nella Tuscia viterbese un patrimonio di grande valore non ancora convenientemente valutato e valorizzato. Monumenti come il palazzo Farnese di Caprarola, l’isola Bisentina sul lago di Bolsena (dove Giulia voleva essere sepolta), la rocca di Valentano, il castello di Vasanello, quello di Carbognano ed altri, vanno destinati, come ha anche sottolineato in chiusura Margherita Eichberg soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio della provincia di Viterbo e dell’Etruria Meridionale ad un pubblico consapevole ed amante della bellezza. Pensieri condivisi dal vice presidente del Touring Club Italiano Giuseppe Roma, presente in sala a rappresentare una istituzione che dal 1894 si impegna per la valorizzazione consapevole del “bello”.
Touring Club