16102024Headline:

Parole, parole, parole sempre parole, ma,nessun fatto per far decollare il turismo a Viterbo

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,14.10.24

La sindaco Frontini, nel suo intervento del festival dedicato all’Economia della Cultura, promosso da Lazio Innova (Regione Lazio) con il patrocinio del Ministero della Cultura, del Comune di Viterbo e dell’Università della Tuscia, ha parlato e straparlato del progetto che l’amministrazione comunale sta portando avanti per far compiere un fondamentale passo in avanti alla Città e al territorio sul versante del turismo di qualità e del posizionamento tra le località d’arte e cultura italiane.

Ancora, non bastasse, ancora parole, ma, al contrario di quanto faceva il Conte di Carmagnola di cui “i fatti seguivano le parole” (da la Tragedia omonima di Alessandro Manzoni), il comune di Viterbo, con la sua attuale amministrazione, nel suo primo biennio nulla ha dimostrato realizzare per il turismo di quanto annunciato nel programma elettorale.

Certamente Viterbo ha una serie impressionante di siti che fanno appetito al turista. Non. un solo bene culturale (per es.chiese, palazzi, musei, etc.), ma, una serie infinite di realtà nascoste che possono estendere la visita della Città in modo esponenziale.

Sappiamo tutti che realtà turistiche a noi vicine hanno risonanza mondiale per un solo sito, per una sola cattedrale, o poco più. Viterbo ha una miriade di centri di interesse turistico, da quelli banali della gastronomia alla visione panoramica della città cinta a sud da Cimini e con lo sguardo verso le coste tirreniche più pregiate (monte Argentario) a quelli storici di aver dato sede del governo della Chiesa con la presenza di Papi eletti in conclave Viterbo vanta la costituzione di un libero comune oltre otto secoli fa, quindi centro amministrativo nei secoli sopratutto ricco di testimonianze del passato come la conservazione della sua completa cinta muraria e di un quartiere medioevale unico conservato al mondo.

Non vi vorrebbe molto per portare turismo di elite a Viterbo quando la città, proprio nei pressi di Roma, ha caratteristiche urbanistiche non di citta romana, ma di città nord europea, frutto della presenza longobarda nei secoli dell’alto medioevo. Un’eccezione da considerare, proprio per la possibilità osservare dal vivo come l’architettura nord europea sia presente a Viterbo (archi a sesto acuto, per es.) e non in tanti altri luoghi.

Ma per il rilancio del turismo a Viterbo, solo balbettii.

Pare che i governanti della città mirino più ad un turismo domenicale mordi e fuggi con la sola passeggiata in città, poi pranzo, ma null’altro.

Non è questo il turismo che si deve a Viterbo ! I programmi, snocciolati dalla Frontini sono aria fritta. Nemmeno un assessore, ormai dimissionato, come il critico d’arte Sgarbi è riuscito a risollevare il turismo d’elite a Viterbo. Nemmeno poi possiamo credere all’attuale assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi che, da pur essendo un famoso baritono, non ha organizzato nello splendido Teatro dell’Unione una stagione lirica, quando nel passato era sempre esistita, possa far meglio.

Di questo passo, tentare propore la candidatura di Viterbo a città della Cultura Europea 20233 pare un azzardo, nonostante Viterbo ne abbia le caratteristiche essendo la sua proprio una testimonianza della cultura europea dei secoli passati, quando l’Europa era veramente unita.

Ma, in una città dove non esistono a servizio del turista nemmeno gabinetti pubblici, ascensori funzionanti, parcheggi auto e sicurezza in città, sarà difficile per la commissione giudicante dare parere positivo.

Queste note non sono un cahier de doleances, ma un invito per mettere concretezza ai progetti di cui si è parlato. Per es.: interventi sulla chiesa sconsacrata degli Almadiani, sulla ex Casa di Alfio e sul cinema teatro Genio, da soli, non consentiranno a Viterbo di poter presto disporre di strutture all’avanguardia turistica come necessaria per accogliere turismo.

Ci vuole ben altro: un colpo di reni, che non sembra poterci essere.

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