di Fausto Vitiello
Viterbo,7.8.24
Italiani, popolo di eroi, di santi, di poeti, …
La storia del Monastero dell’Assunta in Viterbo è legata alla sua fondatrice, la Serva di Dio S. Lilia Maria del SS. Crocefisso, al secolo Anna Felice BERTARELLI, il cui processo di beatificazione ordinario si svolse a Ronciglione dal 26 febbraio 1776 al 4 maggio 1776 e a Viterbo dal 6 dicembre 1776 al 2 giugno 1790; il processo apostolico fu aperto il 5 marzo 1789 e si era concluso in un primo tempo il 16 marzo 1810, ma, per le vicissitudini dei tempi, non fu possibile inviarlo alla Sacra Congregazione dei Riti. Il processo venne ripreso nel 1821 e si concluse con l’invio a Roma il 3 ottobre 1825. La causa di beatificazione venne discussa negli anni 1876, 1879 e 1889 con esito sospensiva e a oggi non risulta ripresa.
Anna era di umili origini, nacque a Viterbo il 6 luglio 1689; aveva una grande fede e molta fiducia nella divina Provvidenza.
Anna vestì gli abiti del terzo Ordine di S. Francesco a Viterbo nella chiesa S. Maria del Paradiso dei Padri Osservanti del 1° Ordine di S. Francesco il 17 maggio 1712 e il giorno 8 dicembre 1713 fece solenne professione di fede con il nome di Suor Lilia Maria del SS. Crocefisso.
Nella sua vita fondò 5 monasteri, il Monastero di S. Anna a Ronciglione nel 1717, il Monastero dell’Assunta a Viterbo nel 1721, il Monastero di S. Pasquale a Monte San Vito nel 1736, il Monastero dei SS. Apostoli Filippo e Giacomo a Ischia di Castro nel 1743 e infine il Monastero del Buon Consiglio e S. Giuseppe a Cori nel 1757.
La fondazione del Monastero di Viterbo registrò inizialmente forti resistenze da parte del Vescovo di Viterbo Mons. Adriano SERMATTEI per la presenza a Viterbo di altri 15 monasteri maschili e 9 femminili. In seguito all’intervento del Card. ACCORAMBONI, il Vescovo cedette e il 21 novembre 1721 nella chiesa S. Maria del Paradiso padre Girolamo da Roma officiò la vestizione di sei giovanette che vivevano nella casa di S. Lilia in via San Luca a Viterbo. Quello fu l’atto di costituzione del Conservatorio (monastero senza clausura) concesso dal Vescovo SERMATTEI che indicò inizialmente quale sede un sito a Pianoscarano e poi a San Sisto. Ma pochi mesi dopo le suore nottetempo si caricarono le masserizie sulle spalle e si trasferirono a S. Luca nella casa in affitto di S. Lilia e in un fabbricato limitrofo con annesso orticello che nel frattempo aveva acquistato per 800 scudi (che S. Lilia non aveva, ma che confidava di ottenere con la divina Provvidenza). Da lì seguì un susseguirsi di acquisti di case, casette e terreni limitrofi fino alla creazione del complesso del monastero. Le Monachelle (così erano chiamate dalla comunità viterbese) si prestavano a fare assistenza agli infermi, opere di bene e di carità e a recarsi nella Chiesa del Paradiso e in altre chiese per i loro adempimenti religiosi, finché Suor Lilia fece costruire una chiesolina in adiacenza alle proprietà acquisite. Ma la chiesolina non aveva spazi sufficienti per accogliere la popolazione che cominciava a venerare la santità di Suor Lilia, per cui chiese al Vescovo licenza di costruire una vera e propria chiesa di cui la chiesolina sarebbe stata la cappella di ingresso. Il Vescovo era scettico e chiese di quanto denaro poteva disporre Suor Lilia: 15 baiocchi (suscitando l’ilarità dei presenti) e la divina Provvidenza. Il costruttore Giuseppe PRADA iniziò la costruzione nel 1726 con la promessa di 15 baiocchi che ben presto aumentarono in modo strabiliante per le donazioni pervenute da famiglie viterbesi facoltose. Nel giorno di Pasqua 1727 venne deposto il SS. Sacramento nella nuova chiesa.
Il 14 settembre 1728 Padre Giovannantonio da Varese, Guardiano del Convento del Paradiso impose nella chiesa del Monastero dell’Assunta il velo monastico a Suor Lilia e alle suore che quindi da terziarie laiche di S. Francesco assunsero il velo della clausura.
In seguito il Monastero dell’Assunta divenne sempre più imponente e importante. Tra l’altro, Suor Lilia fece anche costruire un ponte coperto che collegava il Monastero con il secolarato e la cosiddetta casa della Fattora, situati di fronte al Monastero dall’altra parte di via dell’Assunta.
Suor Lilia rimase nel monastero, anche se non ebbe l’obbligo della clausura per i suoi innumerevoli impegni ai quali veniva chiamata e in quanto fece diversi viaggi in altri monasteri e altro.
Nel 1768 rimase inferma e la sua morte avvenne nella sua cella il 12 febbraio 1773.
L’attività del monastero proseguì, ma poi gli avvenimenti storici che coinvolsero l’Italia incisero pesantemente su di esso.
Nel 1810 ebbero esecuzione i decreti napoleonici di soppressione dei monasteri e il Monastero dell’Assunta venne soppresso. Dopo la restaurazione nel 1814, il monastero venne riaperto e riprese la sua attività.
In seguito, nel 1873 venne estesa anche nel Lazio l’applicazione della legge RESTELLI del 1866 di soppressione degli ordini religiosi e dell’esproprio dei relativi beni. A dicembre il demanio prese formalmente possesso del monastero dell’Assunta. Il Comune di Viterbo decise di trasformarlo in una scuola e acconsentì a lasciare le religiose nell’edificio, ciò fino al 1905, quando le ultime 5 monache vennero espulse e provvisoriamente ospitate nel monastero di S. Rosa dalle Clarisse, per poi trasferirsi nel Palazzo Oddi a Via S. Lorenzo che nel frattempo avevano acquistato. Ma il nuovo Vescovo di Viterbo, Emidio TRENTA, voleva destinare l’edificio a Seminario vescovile e così sollecitò la loro fusione con le Terziarie Francescane della Beata Angelina che avvenne nel 1921, rimanendo però provvisoriamente nella sede di via S. Lorenzo, fino al 1935, quando si trasferirono in località Cappuccini e così Palazzo Oddi passò alla proprietà del Seminario interdiocesano.
Frattanto il fabbricato principale in via dell’Assunta nel 1907 venne adibito a scuola elementare e materna “Edmondo De AMICIS” e la parte esistente sull’altro lato della strada a scuola media Bonaventura TECCHI. I lavori di riadattamento non mutarono granché l’assetto dei fabbricati, anche se venne abbattuto l’arco di collegamento sopra via dell’Assunta.
Negli anni 1947-1950 fu demolita la chiesa e nel giardino della scuola vennero costruiti nuovi fabbricati prospicienti via Marconi che coprirono la facciata posteriore del monastero.
Nel 1982 venne avviata la terza ristrutturazione del fabbricato della Scuola elementare che si protrasse, con varie vicissitudini e ultimazioni parziali, fino al 1989, per ottenere alla fine un edificio funzionale allo scopo didattico.
Le scuole sono tuttora attive (parte del piano terra del fabbricato principale è stata utilizzata anche dall’Università della Tuscia), testimonianze dell’opera di Suor Lilia che quindi vive ancora in un’attività di primaria importanza per la città di Viterbo con una destinazione d’uso strategica per il suo centro storico.
Un’ultima notazione: oggi la via non è più denominata via dell’Assunta, ma via Emilio BIANCHI, che probabilmente pochi viterbesi sanno chi sia, mentre hanno ben presente il Monastero dell’Assunta e le “Monachelle”.
6 agosto 2024.
FV