di Andrea Stefano Marini Balestra
Tra qualche giorno il d.day della pista ciclabile.
Infatti, chiusi i lavori e già ammalorata in gran parte l'”opera” (larghe chiazze di vernice scolorita appaiono ovunque) verranno i funzionari del Ministero per il collaudo dei lavori e la compatibilità con i fondi del PNRR.
Ci sarà da ridere o da piangere quando il perito edile nominato per la Cmmissione, insieme quelli del Comune di Viterbo, dovranno “giudicare” se la pista ciclabile sia effettivamente tale o soltanto una mano di vernice giallorossa sulla carreggiata di strade esistenti.
Ci sarà da ridere o da piangere quando il tecnico si troverà a collaudare una cosidetta pista ciclabile e senso unico in saliscendi e neppure collegata con se stessa. Non sappiamo se il collaudo preveda la prova pratica, cioè l’idononeità alla funzione di sicura pista coclabile, per la quale, per quanto riguarda quella presunta di Viterbo sarà necessario mettere alla prova ciclisti scalatori tipo quelli che si vedono nelle tappe dolomitiche.
Non sarà possibile per alcuna persona normale compiere l’intero percorso. Figuariamoci chi dovrebbe usare la bici al posto dell’auto.
Ma, scherzi a parte, l'”opera” è costata 1milione e 380mila euro di cui 1milione che si spera ottenere dla PNRR ed il resto, però a carico delle finanze del Comune. Pertanto ogni cittadino viterbese dovrà pagare per il capriccio della Frontini di ornare la città di strisce giallo-rosse, c.d. pista ciclabile, tre 5 euro e mezzo.
E come che ognuno di noi abbia buttato per strada 2 monete da 2euro, una da 1 ed un’altra di 50centesimi !
Un persona normale l’avrebbe fatto ? No certamente, ma la Giunta Frontini ce l’ha imposto. Per un'”opera” inutile.
Non voglio pensare ad un possibile mancato collaudo di questa pretesa pista cliclabile, perchè allora la spesa procapite per ogni viterbese salirà a 20 euro.