di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,12.7.24
Dopo le imprese delle ragazze che fecero equipaggio del primo Dragon Boat di Marta con i colori del Bar Tomao addirittura capaci di spostare un treghetto all’Isola di Ponza nella trasmissione televisiva “Scommettiamo che”, la specialità di canottaggio che proviene da Hong Kong è ormai di “casa” sul Lago di Bolsena.
Un po di storia. Il Dragon Boat, imbarcazione molto popolare in Cina, fu “scoperta” da Massimo Guerrieri Paleotti, storico socio, ex presidente del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo di Roma che lo vide gareggiare in acque cinesi e fu subito amore a prima vista.
Questa barca, è grossa una canoa a 20 rematori, caratterizzata da una testa di drago posta sulla prua. L’imbarcazione misura 1,12 m di larghezza e 12,40 m di lunghezza con un peso che, per i modelli in materiale composito, si aggira sui 250 kg. ,, colorata dapprima con pittura variopinta, il tempo delle battute dei remi viene scandito daun tamburino posto a poppa.
La prima barca italiana navigò nelle torbide acque del Tevere sino dagli ultimi anni del secolo scorso. Divenne una malattia ed il cantiere cinese ottenne molte ordinazioni da vari clubs remieri e fu subito classe di regata. Quindi una Federazione del CONI: FIDB
Adesso le imbarcazioni sono state “aggiornate”, pertanto divenute vere e proprie barche da regata con diverse categorie di atleti: Maschi e femmine, misto, open ,etc.et. Tutto è regolato dalla FIDB -Fed.Italiana Dragon Boat.
Sul Lago di Bolsena, specificatamente a Capodimonte esiste un Circolo: “Etruria” guidato da Mauro Marmo, le atlete Paola Enrico, Cecilia Alessandrini e Stefania Ragonsi sono reduci del Campionato Europeo svoltosi giorni fa nella Repubblica Ceca reduci di ben tre primi posti, quindi un secondo e terzo posto.