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Una scomunica (condanna ecclesiastica) “quando ce vò, ce vò”. Fuori la Cardia dalla comunione dei fedeli cattolici

La sig.ra Cardia

Redazione

Viterbo, 21.5.24

La “veggente” di Trevignano, al secolo Gisella Cardia, che riferisce parlare con la Madonna e per cui ha istituito un tempietto su una collina vista lago di Bracciano e raduna i suoi seguaci ogni 3 del mese senza mancare di ricevere consistenti offerte in denaro, dopo i provvedimenti del Vescovo diocesano competente che ha escluso qualsiasi soprannaturalità ai suoi eventi, si è scagliata contro la Chiesa Cattolica accusandola di eresia.

In altri tempi, per le sua ciance, le sarebbe toccato il rogo e sopratutto l’accusa di simonia per la vendita di beni spirituali contro denaro. Oggi, però, il “buonismo” cattolico non le affibbia neppure la scomunica,

Certo, nessuno che scrive queste righe ha autorità di indicare ad un pastore della chiesa, quale appunto e un Vescovo, la condotta da seguire in un caso del genere, però, come si dice a Roma: “quando ce vò, ce vò”.

Una scomunica ci sta tutta.

Questa signora utilizza la fede religiosa cristiana per fini personali consistenti in richiesta di fondi per proseguire un’attività assolutamente non in regola con la pratica cattolica, utilizza la figura della Madonna con la quale afferma essere in contatto ed afferma che suo figlio Gesù non sarà mai misericordioso con i suoi nemici, che,secondo la stessa Cardia, sono i ministri della chiesa cattolica.

Un sovvertimento della dottrina che non puiò essere accettato e solo può essere frutto di una mente disturbata, ma poi, non tanto, quando si tratta contare il denaro che riceve e che neppure vuole restituire a chi della sua setta sia uscito.

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