di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo, 15.5.24
Carsicamente spuntano notizie che personaggi politici, hic et inde scelti, cioè una volta di centrosinistra ed un’altra di centrodestra, siano colpiti da provvedimenti giudiziari e che la stampa se ne appropri per armare un calderone di idee e e proposte perchè le cariche pubbliche dei soggetti interessati vengano deposte ben prima, anche della conclusione delle indagini preliminari e di una richiesta a giudizio da parte di una Procura della Repubblica
Pratica meschina e scorretta, solo mossa da esigenze elettorali di partito, assolutamente fuori logica ed altamente antidemocratica.
Infatti, in ogni moderno ordinamento giudiziario, per noi in Italia anche costituzionalmente affermato, vige il principio dell’innocenza di qualsiasi cittadino, un principio, che solo eccezionalmente può esaminare la magistratura nelle fasi di un procedimento giudiziario.
In tale contesto, è solo compito della magistratura inquirente dare la dimostrazione che la condotta di un cittadino, presunto innocente, sia penalmente rilevante. Mai il contrario.
Una penale responsabilità di un cittadino potrà solo essere affermata all’esito della celebrazione dei gradi del processo, certamente, mai. da politici interessati e stampa compiacente.
Lasciando perdere le notizie che vengono dalla Liguria, dove appaiono criticità nei tempi del procedimento, veniamo da Noi a Viterbo.
Qui, una Procura, ha chiesto il giudizio immediato di una Sindaco accusata di concorso di un reato che avrebbe commesso il suo congiunto, senza però, del concorso materiale darne prova.
Pertanto, correttamente, il GIP, osservato che l’indagata sindaco non era stata ascoltata dai PM, ha negato il giudizio immediato e, di conseguenza sarà, probabilmente celebrato un rituale processo penale
L’azione della Procura della Repubblica viterbese, che poi si vedrà se corretta o meno nel merito nel corso del dibattimento dove i PM dovranno confermare la loro teoria per farla resistere nel processo ed ovviamente la Difesa negarla, nel frattempo si è scatenata la caccia alla Sindaco invocandone le dimissioni per i suoi “guai” penali.
Un pubblico amministratore è stato votato dai cittadini, nessuno può, per un’azione giudiziaria ancora in corso, poter chiederne dimissioni, cioè creare vuoto di guida amministrativa di un ente sia esso, Comune, Provincia o Regione, per ottenere un beneficio elettorale in ipotesi di nuove votazioni che potrebbero proprio essere avvantaggiate dalla presenza del processo a carico di un aversario.
Nel caso viterbese, quindi nessuno può reclamare dimissioni della sindaco Frontini per il solo fatto essere iscritta in un fascicolo in Tribunale come imputato per concorso nel reato di minaccia a corpo politico (art. 338 c.p.), che nella specie, appare solo compiacenza verbale con la estemporanea condotta del marito.
Chiara Frontini a Viterbo come sindaco, Giovanni Toti come governatore della Regione Liguria restino ai loro posti, perchè i loro incarichi gli sono pervenuti da libero voto dei cittadini e, di conseguenza, nessun’altra autorità glieli può togliere, se non a definitive condanne ed in presenza di specifiche leggi che ne impediscano la rieleggibilità (Legge Severino n. 190/2012)
Saranno i cittadini in occasione di future elezioni a farli mettere da parte. Mai una qualsiasi attività giudiziaria.