Comincia oggi su queste colonne la collaborazione con il prof.Giuseppe Brienza, noto editorialista, collaboratore di riviste cattoliche (Studi Cattolici) e politiche (Il Borghese). Pubblichiamo una sua intervista ad Alessandro Amadori
“Amadori: “Se fa una buona campagna elettorale il M5s potrebbe superare il Pd”
“Alessandro Amadori, laureato in psicologia sperimentale all’università di Padova nella quale ha conseguito anche un Dottorato di ricerca sul pensiero creativo e sulle tecniche di formazione. Ha iniziato a lavorare nel campo della demoscopia e degli studi di marketing con Nicola Piepoli e, attualmente, è Direttore Scientifico di Yoodata, nuova azienda di ricerche di marketing e di opinione a capitale esclusivamente italiano. Docente incaricato di Marketing politico all’Università Cattolica di Milano e di Statistica e ricerche di mercato al Master Publitalia, è consulente del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e collabora anche con Istituto Piepoli. Autore di una trentina di volumi sulle materie di specializzazione, fa parte del Comitato Scientifico della Fondazione Edoardo Garrone di Genova ed ha recentemente pubblicato il saggio “Sondaggi e comunicazione politica. Come fare una campagna elettorale” edito dalla Celuc Libri di Milano. Con lui parliamo di orientamenti popolari e sondaggi alla vigilia delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno.
Cominciamo con il centro-destra, la scorsa settimana secondo alcune società di statistiche si è visto per la prima volta un leggero calo di Fratelli d’Italia mentre gli altri due partiti della coalizione, Lega e Forza Italia, sarebbero cresciuti parecchio. Ritiene attendibili tali ricostruzione e, soprattutto, destinate a durare fino al giorno del voto?
In sintesi, il leggero ridimensionamento di Fratelli d’Italia c’è ed è in qualche modo fisiologico. La partita fra Lega e Forza Italia è invece molto aperta: la prima è attorno all’8 per cento, in attesa di capire meglio gli effetti della candidatura del generale Roberto Vannacci; la seconda invece è cresciuta e ora è attorno al 9 per cento. In ogni caso la campagna elettorale vera e propria deve ancora iniziare, e tutto potrebbe cambiare proprio in funzione della campagna.
Parliamo ora del centro-sinistra che, secondo gli ultimi sondaggi, avrebbe alti e bassi con il Pd che cresce di poco e resta stabile sopra il 20%, mentre il M5s sarebbe in lieve discesa, cosa ci può dire in proposito?
Sì, confermo queste tendenze. Il Pd è fermo sul suo tradizionale “zoccolo duro” del 20 per cento e non riesce per il momento ad ampliare il suo bacino effettivo di voto. Lo stesso vale per il M5s, che però ha un andamento molto più fluido, a soffietto. Se fa una buona campagna elettorale, potrebbe anche raggiungere, o persino superare, il Pd. I modelli di comunicazione politica adottati faranno davvero la differenza per questi due partiti.
Per concludere con i partiti minori che si accreditano come “centristi”, fra Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi chi supererà secondo le ricerche dell’istituto da Lei diretto la soglia di sbarramento del 4% e chi resterà invece escluso dal nuovo Europarlamento?
Sempre tenendo conto che i giochi sono ancora decisamente aperti, la mossa di Renzi di dare vita al nuovo raggruppamento “Stati Uniti d’Europa” è azzeccata: questa nuova formazione dovrebbe superare la soglia. Molto più incerta è invece la situazione per il partito di Calenda. Se non si dota di una valida narrazione politico-elettorale (storytelling), rischia di rimanere fuori.
Uno dei temi che attirano l’attenzione dei ricercatori riguarda la candidatura del generale Vannacci nelle liste della Lega, secondo Lei avrà un effetto sull’elettorato del partito di Matteo Salvini?
Questa è la domanda più interessante, dal punto di vista demoscopico e politologico. Il potenziale elettorale per il generale Vannacci c’è, personalmente l’ho dimensionato fra i 400 mila e gli 800 mila voti (basti pensare a quanti sono i componenti, in servizio attivo o in quiescenza, delle Forze armate). Tuttavia, lo stile di comunicazione di Vannacci è molto brusco e divisivo, e questo può anche far perdere dei voti (basti pensare in questo caso alle polemiche per le sue dichiarazioni sulla disabilità). Al momento presente, io stimerei un saldo fra voti guadagnati e voti persi pari a circa 200 mila. Ma con un personaggio come Vannacci può davvero succedere di tutto…
Sempre rimanendo al segretario federale della Lega, cosa ne pensa dell’accentuazione della sua campagna elettorale sull’identità occidentale? Recentemente, per esempio, Salvini ha definito quello dell’8 e il 9 giugno «un referendum tra chi vuole ristabilire i sani valori occidentali e chi vorrebbe trasformarci in colonie cino-islamiche». Ritiene che questa impostazione geopolitica possa essere vincente per l’elettorato?
Indubbiamente, la questione delle identità è una delle grandi questioni del XXI Secolo. Riscoprirle, rivalorizzarle e anche naturalmente adeguarle al nuovo contesto sociale e culturale è una sfida che va colta. Con tutte le difficoltà del caso. Credo perciò che su questo tema Matteo Salvini abbia ragione.
Veniamo ora al suo ultimo libro, appena pubblicato anche in previsione delle elezioni europee: Sondaggi e comunicazione politica. Come fare una campagna elettorale. Può servire praticamente in quest’ultimo decisivo scorcio di campagna a candidati e attivisti?
Assolutamente sì. In particolare, il testo spiega come utilizzare lo storytelling per costruire una narrazione efficace per la propria candidatura. Per fare una buona campagna, bisogna individuare e comunicare adeguatamente un tema di programma, uno spirito emotivo e di appartenenza, e uno o più simboli profondi (archetipi) da far risuonare. Il libro illustra proprio come comporre questa “ricetta”. Lo si può acquistare sul sito o nella libreria della casa editrice Celuc di Milano (che è a fianco dell’Università Cattolica, dove tengo il mio corso). Del testo e del relativo metodo si parlerà venerdì prossimo, 10 maggio alle ore 17, in un Webinar organizzato da Yoodata (per iscriversi basta mandare una e-mail all’indirizzo info@yoodata.it).