Redazione,
Viterbo,17.4.24
Sin dall’inizio dell'”avventura” frontiniana al Comune di Viterbo, ci si era resi conto dell’inesistenza politica ed amministrativa dei componenti sia del Consiglio che della Giunta.
Raffazzonati i personaggi che avevano posto dapprima la loro candidatura, poi anche eletti, ed ancor peggio i membri della Giunta del tutto privi di esperienza amministrativa.
Era ovvio a questo punto che di fronte al “silenzio” dei consiglieri di maggioranza ed altrettanto degli assessori, “qualcuno” emergesse da fuori e facesse il buono ed il cattivo tempo. Stiamo parlando di Fabio Cavini, marito della Sindaco, divenuto “consigliori” esterno sino al punto da diventare consigliere di fatto, ma non eletto, in grado però tenere le fila.
Cose dell’altro mondo.
Adesso, dopo due anni di consigliatura, di fronte allo sfascio della Città, la Sindaco si comincia rendere conto che qualcosa non va.
Gli errori commessi non hanno giustificazione alcuna, nemmeno quella della “prima volta” di qualche assessore. E’ ora, quindi che qualcosa esca dal cappello a cilindro di Chiara Frontini se pretende continuare sino alla fine il suo mandato.
Ma, il problema è che, rimpasto si o rimpasto no, il “personale” di cui può far conto la Sindaco non c’è e nemmeno può sperare in quialche assessore esterno che possa rivitalizzare la giunta.
Non crediamo che ci sia qualcuno a Viterbo e dintorni che possa mettere il suo nome e la sua reputazione in un’esperienza fallimentare.
Purtroppo, per salvare Viterbo dalla consigliatura Frontini non resta che una mozione di sfiducia dell’intera minoranza.
E’ inutile girarsi intorno, è l’unica via possibile.