21112024Headline:

Dei “misteri” del Tevere nella Tuscia ci parla Vincenzo Ceniti

Riceviamo e pubblichiamo

Viterbo,24.4.24

DALL’APPENNINO  A  OSTIA, VIA TUSCIA 

Il Tevere scende giù dalla sorgente delle Vene sul Fumaiolo nell’Appennino Tosco-Emiliano. A Città di Castello in Umbria è già fiume ed è ancora “biondo”. Entra nella Tuscia viterbese sotto Bomarzo. Poco prima s’era tenuto alla larga dalle rupi di Castiglione in Teverina e Civitella d’Agliano  per fare spazio agli assolati vigneti che ci offrono alcuni doc di classe. Prima di farsi romano si placa nell’oasi di Alviano. Per un lungo tratto si atteggia a doganiere: a ovest gli Etruschi (oggi i Viterbesi), ad est gli Umbri (oggi i Ternani). Si è divertito a dividerli per secoli. Ora torna ad unirli nel segno del turismo. Le rassicuranti descrizioni di poeti, cronisti, letterati e viaggiatori del Grand Tour appaiono sempre più sfumate di fronte alle sue acque non più cristalline, complici gli apporti di  alcuni affluenti come il Paglia, il Nera e l’Aniene. La vista del Soratte  presso Civita Castellana evoca i paesaggi acquerellati di Corot e i versi di Byron e Goethe. Lo striscione dell’ultimo chilometro e il  “cupolone” sono ormai alle porte.

TORRE A MATRIOSCA A Pisa pende. A Bassano in Teverina, nella valle del Tevere a pochi chilometri da Viterbo, è dritta grazie ad un campanile che le sta dentro  dal Cinquecento  con funzione di spina dorsale. E’ il campanile romanico della vecchia chiesa di Santa Maria dei Lumi, in uno dei borghi più tranquilli della Tuscia viterbese, che venne inglobato nella torre, detta dell’Orologio, dal card. Cristoforo Madruzzo per motivi di difesa nel XVI sec.      Non si sapeva nulla fino agli anni Settanta del secolo scorso, quando venne occasionalmente alla luce durante i lavori di consolidamento della struttura.  La torre con il suo campanile all’interno, come una matriosca, si trova  all’ingresso dell’antico borgo di Bassano in Teverina, uno dei più stagionati  della Tuscia a confine tra il Lazio e l’Umbria. Ha la base quadrata, è alta 25 metri e accoglie un orologio il cui quadrante è costruito in maioliche settecentesche. Il campanile interno, separato da una intercapedine di una settantina di centimetri, è costruito in pietra sulfurea della sottostante valle. E’ diviso in quattro piani separati da cornici di laterizi con bifore e trifore composte da sottili colonnine. Nel primo tratto è sistemato un ascensore. La chiesa di Santa Maria dei Lumi, di impianto romanico, era la sede del’antica parrocchia del paese che nell’Ottocento  venne spostata nella chiesa dell’Immacolata Concezione.

PORTO DI SERIPOLA Da Orte a Roma in barca o su chiatte lungo il Tevere. Un tempo si poteva. Ce lo confermano i ruderi d’epoca romana del porto di Seripola presso Orte, sulla riva sinistra del fiume,  in zona conosciuta col nome di Castiglione, venuti alla luce negli anni Sessanta del scolo scorso, in  seguito ad alcuni lavori dell’autostrada del Sole.  Quella zona doveva essere l’estremo limite navigabile con imbarcazione di una certa portata.        I ruderi di antichi edifici, botteghe, terme,  strade in lastroni di pietra con tracce del passaggio di carri, resti di rete fognaria e di mosaici, fanno pensare ad un  agglomerato urbano ben strutturato che acquistò importanza in seguito alla realizzazione della via Amerina che dalla consolare Cassia raggiunge Amelia. La decadenza inizia col Il sec. a. C.  cui si  riferiscono i resti di un ponte detto di Augusto.

LAGHETTO  DI  VADIMONE .A due passi dalla vecchia stazione ferroviaria di Bassano in Teverina, il laghetto di Vadimone è oggi poco più di uno stagno invaso  dalle canne selvatiche. Singolari le polle di acqua sulfurea che lo alimentano. In passato per gli etruschi era sacro,  tanto che vi bagnavano le armi per farsi amici gli dei prima di una battaglia. Oggi tende a scomparire e pensare che ne parlarono tra gli altri Seneca, Plinio il Vecchio e il Giovane  per via della particolarità delle sue  isole galleggianti formate da erbe intrecciate. Fu teatro di due storiche  battaglie tra etruschi e romani nel III sec. a.C..

Ci permettiamo precisare (Vincenzo nno ce ne voglia):

L’attuale laghetto che compare nella campagna vicino a Bassano non è il Lago Vadimone “storico”. questo si trovava all’attuale centro storico di Vasanello. Ormai, questo particolare laghetto, che insieme quello di Monterosi costituisce un’ipotesi di bacino d’acqua creato da sporofondamento del terreno (cd. lago tettonico) , viene chiamato Vadimone, ma il lago dove avvenne la risolutiva battaglia etrusco-romana è a Vasanello ormai interrato.

Bassano in Teverina
Interno della Torre dell’Orologio a Bassano in Teverina

L’autore*

ceniti

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