Riceviamo e pubblichiamo
Viterbo,4.3.24
Continuano gli appuntamenti al Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz di Viterbo.
Il prossimo venerdì 8 marzo è in programma il terzo incontro della rassegna: Il venerdì al Museo curata da Rosella Lisoni, in collaborazione col Museo, con tema L’universo onirico di Pier Paolo Pasolini. Ospite d’onore il filosofo e scrittore Luciano Dottarelli che, in dialogo con Rosella Lisoni, intratterrà i presenti discorrendo sul cinema visionario del grande regista del secolo scorso.
Un cinema che approda a una dimensione fantastica della storia al punto da indurre il regista ad affermare nel film La terra vista dalla luna (episodio di Le streghe): “essere vivi o essere morti è la stessa cosa”.
Un cinema favolistico in cui la vita e la morte si sovrappongono, quasi due facce della stessa medaglia e in cui i personaggi non vivono che nella finzione filmica in quanto nella vita reale sono già morti.
Un cinema, questo, che produce dei veri cammei come: Cosa sono le nuvole (episodio del film Capriccio all’italiana) nel quale il regista si muove “tra carne e cielo”, permettendo ai protagonisti del film di scoprire la “straziante e meravigliosa bellezza del creato”.
Un cinema in cui elementi di cronaca e visioni divine si abbracciano per approdare ad una dimensione simbolica, suggestiva e di forte valenza morale come ne La sequenza del fiore di carta (episodio del film Amore e rabbia).
Nel corso dell’evento si ricorderà anche il poetico film Uccellacci e uccellini, girato in parte nella Tuscia, una favola moderna ricca di significati politici e omaggio al film Francesco giullare di Dio di Roberto Rossellini.
Non mancheranno accenni al film Il Fiore delle mille e una notte, terzo film della Trilogia della vita, tripudio di luce, colori e magia, film che è un inno alla giovinezza, allo splendore della vita e dell’amore.
Un pomeriggio di cinema e poesia con letture di Anna Maria Fausto – docente Unitus, performances di Pietro Benedetti – attore, regista e narratore di comunità e saluti istituzionali di Sara de Angelis Direttrice del Museo. COMMENTA SU FACEBOOK