Redazione
Viterbo,18.2.24
Non bastava lo stop ferroviario della Ex Roma nord che impone dallo scorso 5 febbraio una roulette di orari e di spostamenti in bus da Roma Flaminio a Civita Castellana costringendo ogni giorno i pendolari ad una penosa trasferta che adesso, anche la tratta Roma-Viterbo, la FL3 che collega la Capitale con Viterbo via Cesano,Bracciano, Capranica etc subirà uno stop dal 11 giugno al 10 Settembre (pertanto dopo S.Rosa con buona pace di chi voglia utilizzare il treno per assistere al trasporto della Macchina).
Sono lavori di ammodernamento della linea, in paticolare l’adozione di un nuovo sistema di regolazione del traffico ferroviario tra Roma e Cesano, il noto ERTMS ( European Train Control System) che che in grado gestire in modo innovativo e sicuro il traffico, però, tale impianto sarà messo in funzione solo tra Roma e Cesano,
Poi, nulla, tutto come prima. cosi appare disattesa la promessa di raddoppiare la linea FL3 almeno sino a Vigna di Valle (alle porte di Braciano) ed addirittura l’intero percorso sino a Viterbo. Promesse fatte sempre in occasione di scadenze elettorali, mai, poi, messe in cantiere, forse nemmeno in progetto. Solo romanelle la e qua per eliminazione passaggi a livello.
Quello che sorprende è il perchè si debba dare stop all’intera linea quando i lavori per l’impianto del ERTMS è solo previsto per una breve tratta iniziale (quella, in pratica del servizio metropolitano romano).
Un ulteriore condanna di Viterbo e dei paesi della bassa Tuscia all’isolamento, dopo aver in precedenza pure condannato quelli ad est per il rifacimento della linea Orte-Attigliano-Viterbo.
Non esiste alcun trasporto stradale mezzo autobus che possa alleviare le pene del trasporto pubblico cui vengono imposti i nostri cittadini.Nei decenni trascorsi, dalla fine dell’ottocento, poi, la metà degli anni trenta del secolo scorso, la nostra Provincia vantava ben quattro collegamenti ferroviari: Roma-Viterbo delle Ferrovie dello Stato, Roma Viterbo della Roma nord, Viterbo-Orte delle Ferrovie dello Stato ed Orte-Capranica-Civitavecchia delle Ferrovie dello stato. Adesso, nel terzo milllennio, salvo la tratta Orte Viterbo che può percorrersi per via semiautostradale (sempre però escludendo fermate nei paesi di Montefiascone, Attigliano, etc), la tratta stradale Roma Viterbo è rimasta a metà (“Cristo si è fermato a Monterosi” parasafrando l’opera letteraria di Carlo Levi), la linea Orte-Capranica, dopo lavori costosi di ammodernamento ed anche costruzione di un nuovo cavalcavia in zona Corchiano, è lettera morta. Il resto delle linee ferroviarie, salvo la sostituzione della locomotiva a vapore con il treno moderno “Jezz”, è rimasto lo stesso di oltre 120anni.
E’ ancora pervicace la mentalità di tenere la Tuscia isolata, ma se una volta si diceva che fosse per volontà degli agrari, oggi è nella mentalità dei politici, che pur sbraitando, alla fine si accucciano ai voleri superiori.
Viterbo, senza strade, senza ferrovia, senza aeroporto, non ha futuro, figuriamoci turistico,oggi solo praticato da giramondo a piedi ed in bici, ma fuori dai cataloghi delle imprese internazionali del turismo.
Resterà una realtà cittadina solo volta al terziario ed al commercio, ma non ad altro.