Viterbo,11.2.24
Riceviamo dal Dr. Parenti osservazioni circa il titolo da noi dato nell’articolo da noi pubblicato il 9 febbraio scorso
“Cara redazione di Viterbo Post, mi sorprende un po’ il commento messo a capo del mio comunicato del 9 febbraio ultimo scorso nel quale ribadivo per l’ennesima volta la posizione mia e di Confagricoltura Viterbo-Rieti sulle proteste del mondo agricolo. In questo commento si fa riferimento ad un mio presunto sonno dal quale mi sarei improvvisamente svegliato qualche giorno fa forse, aggiungo io, perché disturbato dal rumore dei trattori sulle strade viterbesi. Mi sorprende perché Viterbo Post tante volte ha dimostrato di essere attenta e vicina alle vicende del mondo agricolo e a quelle più specifiche della mia organizzazione, temo però che nelle ultime settimane qualcosa vi abbia distratto. Può senz’altro accadere e può essere per me l’occasione per replicare e puntualizzare ancora meglio la nostra posizione e le nostre idee. Credo sia sempre utile fare chiarezza, soprattutto in momenti, come questo, di facili generalizzazioni.Da sempre sono stato dell’avviso che le responsabilità collettive non sono degne di un paese civile. Ognuno di noi ha il diritto ed il dovere di rispondere delle sue parole e delle sue azioni e la storia ci ha insegnato che di solito quando si deroga a questo principio si vivono momenti di buio profondo. Torno quindi a ribadire come per noi queste proteste non siano solo sacrosante, come scrissi nel comunicato che addirittura le anticipava a gennaio, ribadito da un altro comunicato, anche esso non pubblicato da Viterbo Post del 2 febbraio, ma anche sacrosanto non generalizzare confondendo chi dalla parte degli agricoltori c’è sempre stato, con i fatti oltre che con le parole, e chi, magari, era effettivamente immerso nei proverbiali sette sonni. Nella eventualità di un mancato funzionamento nella comunicazione fra noi e la vostra redazione vi inviamo insieme alla mia replica anche i comunicati del 19 gennaio e del 2 febbraio da Viterbo post non pubblicati. Per quanto ormai datati rimangono attuali più che mai e dimostrano insieme ad una coerenza che di questi tempi dovrebbe avere un suo valore, anche uno stato di veglia e di vigilanza sul mondo agricolo viterbese che esiste da tanti anni e al quale non intendiamo assolutamente rinunciare nemmeno in futuro.”
Riportiamo il Comunicato Stampa ricevuto il 2.2.24, non pubblicato per errore. Ci scusiamo.
COMUNICATO STAMPA
Viterbo 02 febbraio 2024
CONFAGRICOLTURA VITERBO-RIETI RIBADISCE LA SUA POSIZIONE
Ritengo opportuno, in questi giorni di grande mobilitazione, ribadire la posizione mia e di Confagricoltura Viterbo-Rieti su quello che sta accadendo nella nostra provincia così come in tutta Europa.
Una posizione peraltro già chiaramente espressa nel comunicato del 19 gennaio u.s. quando i trattori ancora non erano scesi in strada. A distanza di due settimane continuiamo più che mai a ritenere sacrosanta la protesta che evidenzia e testimonia le situazioni di grande difficoltà del nostro settore.
Abbiamo già dato totale libertà ai nostri agricoltori di decidere se partecipare o meno ai raduni, fedeli alla nostra tradizione di sindacato libertario ed indipendente.
Per l’agricoltura sono giornate memorabili e va reso merito a chi per primo ha preso l’iniziativa, ma ora è necessario prestare attenzione affinchè nessuno strumentalizzi e tenti di fare propria la forza espressa dal mondo agricolo in modo libero e spontaneo.
E’ necessario cercare la massima condivisione piuttosto che la divisione; il coordinamento tra raduni piuttosto che la contrapposizione, come in parte sta avvenendo.
L’agricoltura nel suo intero si sta muovendo e nessuno deve essere escluso.
Altro punto ormai improrogabile è una efficace e corretta comunicazione con l’esterno, con la conseguente necessità di stilare un elenco omogeneo di richieste ben precise.
Altrimenti può passare il messaggio, magari strumentalizzato da qualcuno, che migliaia di trattori siano scesi in strada per poter coltivare quel 4% di superficie agricola che in questo momento, con questi presupposti, con questi prezzi ci porterebbe soltanto ad ulteriori perdite.
Se mi fosse chiesto quali siano le richieste da fare, stilerei questo elenco:
- modifica dell’ultima politica agricola europea, dichiaratamente contro gli agricoltori e maggiore causa dei problemi e del nostro malcontento;
- rinvio di almeno tre anni della reintroduzione dell’IRPEF sui terreni; reciprocità tra gli standard produttivi che ci vengono richiesti e quelli richiesti ai prodotti importati;
- giusta ripartizione del valore aggiunto all’interno delle filiere agricole, perchè non è più possibile accettare remunerazioni 10/20 volte inferiori ai prezzi finali dei nostri prodotti;
- contenimento della fauna selvatica perché o si contengono i cinghiali o si corrisponde agli agricoltori un risarcimento al di fuori del regime del “de minimis” e direttamente commisurato al danno subito.
Pochi punti essenziali e sintetizzati al massimo altrimenti si rischiano autogol e questo non possiamo assolutamente permettercelo.
Stiamo vivendo giornate storiche per l’agricoltura viterbese, italiana ed europea, ma nulla ci sarà concesso facilmente.
Le forze a noi contrarie si stanno già rinsaldando ed è compito di ognuno di noi agire per il meglio, con coscienza con determinazione con intelligenza e senso civico.
E soprattutto unendo le forze.
Remo Parenti Presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti