di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,28.2.24
Giorni fa in un nostro editoriale (24.1.24) avevamo detto che il TAR , sia una una “fortuna” quando la magistratura amministrativa venga viene adita per risolvere problemi della vita comune dei cittadini nella incapacità di “qualcuno”.
Oggi, alla stregua di quanto sta accadendo nella nostra Nazione, meglio più vicino a noi,nella Tuscia, ci si rende conto della funzione fondamentale che assume l’amministrazione giudiziaria per porre rimedio e riparo ad inefficenze politiche. amministrative e contabili che si presentatino di volta in volta come irrisolte da parte di chi doveva provvedere per sua competenza.
Ieri, abbiamo osservato, che per la incapacità degli scrutatori dei seggi sardi in occasione della recente tornata elettorale in Sardegna, si sia reso necessario che debba la magistratura del capoluogo sardo completare la conta dei voti e dei seggi attribuiti, quando, migliaia di presidenti di seggio e scrutatori non sono stat farlo nemmeno del tempo supplementare loro concesso in deroga al regolamento elettorale dell’Isola. Nel frattempo di ogni decisione giudiziaria, la proclamazione del presidente della Regione Sardegna e degli eletti non potrà che avvenire prima di qualche giorno.
Da noi, a Viterbo, la questione dello Stadio Rocchi, frutto di incapacità amministrativa della Giunta comunale viterbese, dovrà essere risolta dalla Procura della Repubblica e dal Tribunale, ma, medio tempore, nel capoluogo non si giuoca al calcio, l’impianto va in rovina ed una squadra cittadina, essendo stata costretta giocare fuori città, ha preferito abbandonare il campionato nel quale militava e farla finita, perdendo pure il titolo sportivo.
Adesso, anche l’abbattimento dei pini di Tarquinia finisce sul tavolo della Procura della Repubblica di Civitavecchia. Per conoscere, se aveva ragione il sindaco della cittadina tirrenica ad ordinare questo abbattimento per motivi di sicurezza o la Sopraintendente ai beni culturali per la conservazione dell’ambiente, non potrà che passare del tempo.
Intanto i pini che c’erano sono stati abbattuti. Almeno, però, si può rifare la strada dissestata dalle radici affioranti.
Speriamo solo che ogni decisione arrivi prima che i “nuovi” alberi che saranno reimpiantati non siano a loro volta poi da abbattere per “vecchiaia”.
Inutile pensare diversamente.
Ad onta della miriade di enti pubblici che soono chiamati ad amministrare, gira, gira, però, è sempre la magistratura che viene chiamata per dipanare problemi, che soltanto con un modesto buon senso potevano essere risolti fuori dal palazzo di giustizia.