di Andrea Stefano Marini Balestra
Chiara Frontini come il mitologico Dio Crono, (anche detto Saturno), il quale per non essere spiazzato dai suoi figli, gli divorava, altrettanto ella agisce. Nel passato, anche altri personaggi che l’avevano accompagnata come “braccio destro” come fondatrice del Movimento Viterbo 2020 sono stati divorati. Parliamo anche di una mia nipote M.C.B., che suffraggetta nella campagna elettorale del 2018, è poi scomparsa. In tempi recenti, precisamente, in preparazione alle vincenti elezioni comunali del 2022, l’avv. Letizia Chiatti, aveva riposto la toga per essere sempre accanto a Chiara in ogni dove.
Vinto il Comune, le fu affidato il compito molto importante e ben retribuito di Presidente del Consiglio comunale.
Ma, Letizia, la cui personalità è nota, non ha da subito sopportato le ducesche imposizioni della sua “capa”, ha quindi subito lasciato il banco superiore del Consiglio per andarsi a sedere, in silenzio, tra i banchi comuni dei consiglieri.
Dopo l’uscita di Bruzziches, anche lui, uomo di fiducia della Frontini ed incaricato di importanti incarichi e deleghe, è stata l’ottima Letizia a gettare la spugna e lasciatre la maggioranza. Infatti, con più tempo, e con discrezione, è avvenuto che un un “altro braccio destro” sia stato divorato dalla vorace Chiara Frontini.
Quella di Letizia Chiatti, certamente decisione molto sofferta, a lungo meditata, come del resto il personaggio che ella riveste come di persona molto seria, lo imponeva. All’ultimo, proprio il giorno di San Valentino, fine di un amore, è avvenuto l’attraversamento della sala d’Ercole per andare sedersi con i consiglieri di opposizione.
Peccato, per noi cittadini di Viterbo dover rinunciare alla professionalità della Chiatti, certamente, una delle poche menti pensanti nella maggioranza, come del resto lo fu per il Bruzziches.
Adesso, per la Frontini, perdute due importanti pedine, forse le uniche che potevano addolcire la sua presenza come sindaco, le uniche, anche, in grado di poter far ragionare su scelte da prendere e contestare quelle già prese altri consiglieri ed assessori, oggi resta il vuoto.
La sindaco si balocca di pensare il perchè e per come di uno scherzo fatto ad un’automobile uguale a quella sua, ma, solo per caso esserlo, come un oltraggio, un segno dato contro la sua esistenza di donna, moglie, pubblico amministratore, per cui, di conseguenza, ha smosso popolo e paesi: DIGOS, Procura della Repubblica per la ricerca e la identificazione del “mascalzone” che ha ardito appiccicare fogli de Il Sole 24 ore sul parabrezza, dimenticando che proprio la cronaca minore di Viterbo, aveva in precedenza narrato di un’auto incartata in piazza Crispi ed un’altra infarinata. Ma, nessuno per questo aveva smosso polizia scientifica, artificeri e lo strumentario dei media.
Ma, il clamore suscitato, rappresenta, per me solo, un espediente fatto ad arte per comparire sui media anche nazionali e far sapere che in una piccola realtà di provincia regna un sindaco donna, quando tanti in Italia non sanno neppure dove sia Viterbo. Null’altro.