Redazione
Viterbo, 6.2.24
Il malumore degli avvocati penalisti italiani inquadrati nella Unione delle Camere penali la cui sezione di Viterbo è presieduta dall’avv. Remigio Sicilia, ha raggiunto il limite anche per le inascoltate istanze presso il Ministero di Giustizia all’epoca della guardasigilli Cartabia.
Appunto nei confronti della “riforma Cartabia” si appuntano gli strali di coloro che ogni giorno nelle aule affrontano i problemi spicci della amministrazione giudiziaria. Pertanto, nessuno meglio della classe forense un avvocato ha titolo per parlare, osservare e presentare critiche alla Riforma cosi come varata.
Nella delibera dell’Unione delle Camere penali del 25 gennaio scorso a firma del presidente Francesco Petrelli, i penalisti lamentano la mancata oltre la modifica dei limiti all’appello e la presenza dei magistrati fuori ruolo nell’esecutivo, “in violazione del principio di separazione dei poteri”.
Quindi, primario motivo di lamentela degli avvocati è la mancata soppressione dei limiti all’appello delle sentenze che limita il diritto alla difesa ed innova in pejus il sistema delle impugnazioni, poi la segnalazione del problema affollamento delle carceri che ha raggiunto livelli record e difficoltizza l’accesso dei difensori nelle carceri.