Redazione
Viterbo,13.1.24
Qualcuno potrà dire che il traffico veicolare viterbese sia colpa proprio dei cittadini viterbicoli amanti dell’auto sino a rendere lo loro città la più motorizzata d’Italia, ma questo non può essere da solo il motivo della congestione quotidiana attorno alle mura ed immediate adiacenze del centro storico.
A giustificazione dell'”amore” dei viterbesi per l’auto va subito precisato che la città di Viterbo, conta ormai, tra residenti e non, circa 100mila abitanti, ma la struttura del centro cittadino è ferma da secoli.
Intono alla citta ci sono frazioni (Bagnaia, Grotte S.Stefano, San Martino, Tobia, Roccalvecce, S.Angelo) che vantano un numero di residenti molto maggiore di un paese e, sopratutto, distanti molti chilometri dal centro.
E’ ovvio, quindi, che cittadini resdienti nelle frazioni e nelle campagne nella necessità recarsi negli uffici posti in centro città o nelle immediate vicinanze, non possano che usare l’auto privata. Proprio necessità, quando per es. il servizio urbano è deficitario e non puntuale.
Non amore dei viterbesi per l’auto, ma stato di necessità.
Inutile quindi combattere l’uso dell’auto quando la situazione viterbese è quella che è: un centro storico di piccole dimensioni, con periferie sconfinate e lontane.
La “lotta” al traffico, pertanto non va fatta nel senso creare alternative quali l’incremento dell’uso di biciclette impossibili da usare con regoalrità in una città “collinare” o inutile per raggiungere la Citta quando si abita distanti oppure anche investire sul trasporto pubblico quando anch’esso si trova handicappato muoversi nell’attuale viabilità.
La soluzione non è biasimare coloro che usano l’auto, ma soprattutto chi, allo stato delle cose non ha proveduto e continua non provvedere per dotare viterbo di arterie di scorrimento atte ad evitare l’attraversamento della città attorno alle mura quando non sia proprio necessario farlo.
Il discorso parte da lontano. Il “semianello” non è stato completato per una serie di problematiche anche ambientali, Strada del Cuculo, un viottolo di campagna, collega il quartiere Cappuccini con La Quercia, l’inserimento su viale Trieste da strada Respoglio davanti all’ex ristorante Aquilanti è da pazzia e cosi via.
Una soluzione che poteva esserci per liberare il centro de La Quercia per la viabilità verso Bagnaia, mai trovata, nemmeno ideata, ovviamente mai portata a progetto. Idem, per la Cassia nord, dove, la costruzione di un rotatoria progettata ed ideata ad uso del Centro Commerciale, ha distrutto la viabilità locale. Prima si circolava, adesso si ta fermi.
Possibile che nessuno dell’Ufficio tecnico del Comune non si sia reso di capire da subito che la “rotonda” era insufficiente per reggere la mole di traffico cui era destinata e che oggi non sia possibile intervenire rifilando la pizza ed aprendo i laterali si da consentire due corsie di marcia. Misteri.
In definitiva, pare proprio che non esista da parte dell’attuale Amministrazione comunale una piano traffico da realizzare non certo nell’immediato, ma almeno nel prossimo futuro.
Intanto, anzichè bloccare la città per realizzare opere superflue (passeggiata attorno alle mura e ciclovie), era necessario scaglionare l’esecuzione delle opere, meglio facendo fare i lavori in stagione estiva.
Ma, è ormai, è accertato che al Comune non siedono personaggi utili e pratici, ma solo sognatori.
Ma, i sogni, non sono realtà