riceviamo e pubblichiamo
Viterbo,16.1.24
L’occasione di una riuscita “cacciarella” al cinghiale in provincia ha scatenato le “ire” della LAV, Sezione di Viterbo, che ha stigmatizzato l’abbattimento di 35 cinghiali come strage.
Nel loro comunicato Stampa che riportiamo si capisce che per la LAV una bestia vale più di un essere umano.
Indignarsi perchè cacciatori sportivi abbiano ottenuto un risultato positivo, proprio per l’ambiente, di aver tolto di mezzo qualche diecina di bestiacce che impongono la loro presenza anche nei centri urbani dopo aver fatto razzia di produziuoni agricole, è un assurdo.
Vadano i signori soci della LAV a parlare con la comitiva di turisti che recentemente, proprio presso di noi, precisamente a Bomarzo, loc.S.Cecilia, sono stati attaccati da un branco e pertanto capitombolati in una forra, solo salvati dai pompieri, oppure dai tanti anche feriti in città da selvatici in libertà.
Purtroppo, fintantochè in Italia e nel mondo ci saranno persone che antepongano le esigenze della specie umana a quella animale, in ciò proprio negando il disegno divino che ha posto gli animali al servizio dell’uomo come cibo e mezzo di lavoro, ci sono poche speranze.
Ecco il loro comunicato. Giudicatelo.
“Non è stata una bella giornata di condivisione e amicizia per i 35 cinghiali uccisi. Sempre più spesso ci capita di leggere su giornali articoli in cui una battuta di caccia viene descritta come “una gran bella giornata di condivisione, amicizia e di sport in mezzo al verde”. Per fortuna ci è stata risparmiata la foto dello scempio.
Scempio perché i 35 capi uccisi non sono cose ma esseri viventi senzienti, perché la caccia non può essere considerata uno sport ma un’azione anacronistica, oltre che crudele e violenta.
Nel 2022 solo il 23,9% degli italiani si dichiara favorevole alla pratica della caccia (i contrari sono ben il 76,1%), in netta diminuzione rispetto al 2021 quando erano il 36,5%. (Rapporto Italia 2022, Eurispes)
Ma le leggi attualmente in vigore permettono che oltre 400.000 cacciatori nel nostro paese continuino ogni anno a uccidere milioni di animali.
Animali selvatici che sono di proprietà dello Stato e di cui nessun cittadino può disporre. Tranne i cacciatori, che godono di una specifica concessione statale chiamata licenza di caccia.
E purtroppo, la legge permette anche che esistano le aziende faunistiche venatorie, istituti privati finalizzati al recupero ed alla valorizzazione delle aree agricole, in particolare di quelle montane e svantaggiate, in cui è consentita l’immissione e l’abbattimento, esclusivamente nella stagione venatoria, di fauna selvatica di allevamento.
Il divertimento che alcuni provano nell’uccidere altri esseri viventi non deve essere più un’attività legale. PER NESSUNO E MAI PIÙ.
Lottiamo per abolire la caccia che ogni anno massacra milioni di animali”.
LAV VITERBO