Riceviamo e pubblichiamo quanto pervenutoci dall’amico Vinxenzo Ceniti
Viterbo,11,12.23
Eccone uno stralcio di “curiosità” viterbesi.
“Annibale Salcini, titolare di una bottega di abbigliamento in via Cavour a Viterbo, candidato DC alle amministrative del capoluogo del 1956, in un comizio in piazza Fontana Grande rimasto alla storia per la grande affluenza di pubblico, promise che avrebbe rimosso i selci nelle strade della città per evitare alle donne di inciampare coi tacchetti.
Queste ed altre “pillole” della Tuscia ricordate da Rossella Orsini venerdì prossimo 15 dicembre alle ore 17 al palazzo Gallo di Bagnaia (sede storica dell’Associazione Amici di Bagnaia presieduta da Aldo Quadrani) che presenta il libro di Vincenzo Ceniti “Tuscia in pillole” con prefazione di Giorgio Nisini (ed. Sette Città).
Il personaggio più datato tra i tanti indagati dall’autore è Armidoro che agli inizi del secolo scorso rallegrava con la sua gobba portafortuna le tavole dei viterbesi di allora che approfittavano di lui per fargli scherzi e bullismi cui si sottoponeva volentieri per una piatto di minestra.
Irripetibili le partite di ruzzolone su viottoli campestri e sentieri (tipo la Pila o strada Bagni) che oggi sono percorsi da asfalto e code di macchine. Il ruzzolone era un disco di legno (anche di formaggio) che veniva lanciato con una cordicella avvolta nei cannelli della sua circonferenza.
Il vescovo Adelchi Albanesi è presente con il suo accento piacentino, le interminabili omelie e i colloqui con i bambini della prima Comunione cui domandava “Volete bene alla Madonnina?”. Meno frenetici di oggi i Luna Park degli anni Cinquanta (allora si chiamavano “Le giostre”) che parcheggiavano a piazzale Gramsci.
Un accenno a personaggi che hanno fatto la ministoria della città, come il professore-giornalista Sandro Vismara (raccomandava di togliere 10 righe prima di inviare l’articolo alla stampa) e il dr. Italo Arieti che nei momenti di pausa nel reparto di Pediatria all’ospedale prendeva appunti per il suo libro di ricette “Tuscia a tavola”.
Doveroso omaggio a Bagnaia (ospita la presentazione del libro) con i suoi porchettari che si permisero di offrire un assaggio di coccia scrocchiarella al principe Carlo oggi re di Inghilterra. Molto altro ancora sulla Tuscia che non c’è più e che ci lascia con il magone.