Redazione
Viterbo,4.12.23
Recentemente la Presidente della Coldiretti di Viterbo sig.ra Maria Beatrice Ranucci, imprenditore agricolo, ha scritto al Presidente della Regione Lazio Rocca per segnalare che in Provincia di Viterbo la attuale presenza ed i progetti di realizzazione di impianti eolici e solari ha raggiunto livelli da record sia rispetto altre province laziali e di tutta l’Italia centrale determinando drasticamente la superfice dei terreni per uso agricolo.
La sottrazione del suolo agricolo necessario per la produzione viene pertanto denunciata dalla Presidente Ranucci in coro con le altre organizzazioni agricole viterbesi, come un’emergenza, cui va data una risposta politica.
Quindi, mentre da una parte si richiedono interventi utili per uscire dalla dipendenza dei fossili per la produzione di energia elettrica sempre più necessaria per la vita di oggi, dall’altra si segnala che la sottrazione di suoli destinati all’agricoltura rappresenta un pericoloso calo del PIL agricolo ed, un certo aumento dell’import agrialimentare dall’estero.
Ma, quello, che non si ha coraggio dire è che il ricavo per un imprenditore agricolo di un ettaro di terreno coltivato è diecine di volte inferiore l’uso del terreno per altri usi, solo il fotovoltaico per fare un esempio.
Per un proprietario di terreno agricolo che ricava a stento dal suo investimento in agricoltura poche centinaia di euro per ettaro, sempre ammesso che le stagioni siano propizie e comunque dopo lavorazioni di mesi, la proposta di ottenere risorse dall’affitto del terreno per un impianto per la generazione di energia, sia esso eolico o fotovoltaico, è sempre comunque vincente sul piano dei ricavi rispetto anche colture pregiate che comunque richiedono investimento di impianto e coltivazione.
Pertanto, sino a che il reddito agricolo non sarà assimilabile a quello che si può ricavare da un qualsiasi diverso uso del terreno, è inevitabile che la sottrazione di terreno agricolo sia avvenuto ed anche prosegua.
Per combattere il declino delle aziende agricole e per promuovere l’attività agricola, serve una politica agricola forte e coesa, proprio quella che hanno in nostri vicini europei per far emergere nella comunita europea le loro agricolture. Non già elemosine come in Italia avviene ormai da decenni.
Se finalmente l’agricoltura italiana potrà vantare redditi validi, non ci saranno più agricoltori che preferiscano rinunciare all’impresa e prendere facili soldoni per l’affitto dei loro terreni a ricchi imprenditori della produzione energetica.
Non ci sono lettere al presidente Rocca che tengano !