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Sempre un “al lupo, al lupo” il rapporto Legambiente Lazio, ma, di progetti seri, nulla

“normale” esondazione Tevere a Magliano Sabina

riceviamo e pubblichiamo

Viterbo,28.11.23

Presentato ieri il “Rapporto Città Clima 2023 Speciale Alluvioni” realizzato da Legambiente, con il contributo del Gruppo Unipol, che quest’anno dedica uno speciale proprio al tema alluvioni: negli ultimi 14 anni – dal 2010 al 31 ottobre 2023 – sono stati registrati in Italia ben 684 allagamenti da piogge intense, 166 esondazioni fluviali e 86 frane sempre dovute a piogge intense.

Il Lazio, con 72 eventi è la seconda tra le Regioni più colpite per allagamenti da piogge intense (dopo la Sicilia). Ad andare in sofferenza sono soprattutto le grandi città, in primis Roma, prima tra le metropoli, dove si sono verificati 49 allagamenti da piogge intense; a pesare in questi anni l’assenza di una governance con una visione più ampia capace di tener insieme conoscenza, pianificazione e controllo del territorio.

“A Roma e nel Lazio – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – come in tutta Italia, deve crescere la consapevolezza che un territorio come il nostro non debba essere ulteriormente cementificato e impermeabilizzato, ma dell’esatto opposto, di deimpermeabilizzazione e adattamento al clima. Ci rivolgiamo in tal senso alla Regione e a tutte le amministrazioni comunali, e su tutte a quella della Capitale, per chiedere che venga fermato il consumo di suolo. Bisogna stoppare ogni possibilità edificatoria in aree a rischio idrico, con varianti puntuali ai Piani Regolatori grazie alle quali prevedere riduzioni e cancellazioni di eventuale ulteriore edilizia residenziale, logistica o stradale, ma anche con delocalizzazioni del costruito a maggior rischio e potenziamento dei piani di emergenza e della loro conoscenza da parte dei cittadini”.

Nella Capitale peraltro, secondo i dati Idrogeo di Ispra, a rischio alluvioni c’è il 9,1% del territorio, abitato da 96.586 persone, dove ci sono 11.388 edifici, 9.650 imprese e 177 beni culturali; i quartieri più a rischio sono: Ostia, Acilia, Casal Palocco, Infernetto, Eur Torrino, Tor di Valle; Tiburtina e Prenestina; Settebagni, Labaro, Salaria e Tiberina, Villaggio Olimpico, Corso Francia, Via Guido Reni. Nel Lazio il 3,5% del territorio è a elevato rischio idrico, dove abitano 175.851 persone.

Il lancio del report avviene a pochi giorni dell’apertura della COP28 sul clima a Dubai e del suo XII congresso nazionale dal titolo “L’Italia in cantiere” in programma a Roma l’1, 2 e 3 dicembre, incentrato su crisi climatica e transizione ecologica.

cc3

Breve commento.

Legambiente vicina politicamente a chi nella Regione Lazio ha governato da decenni, perchè non ci spiega il perchè queste amministrazioni per nulla abbiamo operato per la sistemazione idrogeologica dei corsi d’acqua, per la costruzione di bacini di laminazione, di pulizia degli alvei e delle foci, invece di inveire contro i presunti “ladri” del suolo ?

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