Per concessione della rivista mensile CULTURA IDENTITA’ (ed.RG Produzioni, Direttore Edoardo Sylos Labini) portiano alla lettura dei nostri amici lettori, un articolo di Guido Igliori del 6.11.23
Il Film è in programmazione presso il Cine Tuscia village di Vitorchiano sino al 8 novembre.
“Le città italiane si sono riempite di manifesti dedicati a un eroe di guerra, una visione strana per un’Italia che negli ultimi anni sembra aver dimenticato valori come l’eroismo. Si tratta delle locandine del nuovo film con protagonista Pierfrancesco Favino, Comandante, dedicato alla figura di Salvatore Todaro, sommergibilista pluridecorato nella Seconda guerra mondiale.
Una figura diventata negli anni quasi mitica, non si contano frasi celebri dette o attribuite intorno alla figura di Salvatore Todaro che al netto della sua leggenda ben rappresenta una figura eroica in grado di unire gli italiani. Già le sue origini rappresentano un’ideale unione del nord e sud del Belpaese: cresciuto a Chioggia, il padre di Palma di Montichiaro, due città (città identitarie tra l’altro) che negli anni hanno mantenuto vivo il ricordo dell’eroe.
E figura eroica in grado di unire in quanto esempio di ardimento e di una cavalleria quasi fuori posto nella scala di distruzione della Seconda guerra mondiale. Fu sommergibilista nell’Atlantico, nella top ten dei comandanti italiani per tonnellaggio di navi affondate. Durante queste imprese, in due occasioni si adoperò per portare in salvo i naufraghi di altrettante navi da lui affondate, vicenda che ha ispirato il film Comandante.
Poi protagonista con i motoscafi siluranti della Xa MAS durante l’assedio di Sebastopoli, dove replicò la beffa di Buccari nei confronti delle forze sovietiche, lasciando nel porto di Balaclava barattoli contenenti un messaggio ispirato a D’Annunzio.
Morì nel sonno durante un attacco aereo nel dicembre 1942 da ritorno di una abortita missione contro le forze angloamericane in Algeria. Da allora gli sono stati dedicati una corvetta, un sommergibile, e prima del film Comandante aveva già ispirato un lungometraggio e uno sceneggiato televisivo.
Di Todaro resta celebre la frase «Una civiltà vecchia di duemila anni impone agli italiani doveri che altri popoli possono anche fare a meno di sentire» che la vulgata vuole detta in risposta a un comandante tedesco. In realtà la celebre citazione di Todaro nascerebbe in un contesto tutto italiano, come racconta il volume Comandante Todaro: La storia oltre il mito, di Enrico Petrucci, che prova a ricostruire sia la vicenda storica e umana di Salvatore Todaro, sia la genesi della sua leggenda.”