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La Tuscia, colà dove spira il vento. Proposte di erigere ben 173 torri eoliche

Senza lo sviluppo di fonti energetiche non ci sarà progresso

Un integrato utilizzo di terreno agricolo a Piansano

redazione

Viterbo,7.11.23

La Provincia di Viterbo, chi l’avrebbe detto, una delle zone più ventose d’Italia, certamente del suo centro.

Ed allora, sotto a chi tocca. Aziende energetiche anche straniere hanno indivuato i pianori della maremma laziale e le sue colline per sfruttare l’energia eolica che si produce con le “famigerate” torri eoliche alte sino a duecentocinquanta metri. Veri mostri della tecnica, ma certamente validi per supplire la servitù delle fonti fossili ed allontanare ogni causa di produzione di CO2.

Però, come tutte le cose del mondo, se da una parte c’è un vantaggio, dall’altra il contrario. Quindi, la produzione eolica, va bene per la bolletta energetica, ma un può meno per l’aspetto ambientale.

Ma, tutti costoro, se ne facciano una ragione, Senza energia non c’è progresso ed oggi l’energia non può continuare ad essere prodotta con materie prime di importazione, sia esso carbone, gas, petrolio. Ognuno impiega le risorse che ha. Noi nella Tuscia abbiamo il vento e….vento sia.

Ha infatti alzato le antenne la sovrintendente Margherita Eichberg e qualche associazione ambientalista.

In conclusione, sono ben 173 i progetti di torri eoliche, alte tra i 200 e i 250 metri, arrivati sui tavoli del MASE, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, presentate da diverse aziende proponenti, riguardanti la provincia di Viterbo, e che ora sono in fase di istruttoria. E questi sono solo gli impianti di grandi dimensioni, poi ci sono quelli di competenza della Regione Lazio, i PAUR (Procedura di Autorizzazione Unica Regionale), e infine ci sono quelli di potenza inferiore a 1 MegaWatt, non censiti, che possono essere installati con una semplice richiesta in Comune. Insomma si tratta di una miriade di pali eolici, molti dei quali svincolati dalla Soprintendenza, o che richiedono un semplice parere non vincolante (in moltissimi casi parere negativo). Quindi tutto a norma di legge, a quanto pare.

Gli impianti che autorizza la Regione con i PUAR, che passano dagli uffici della soprindendenza per un parere di merito, e che vengono censiti: i pareri vengono sistematicamente superati’, afferma la Eichberg che se non c’è un vincolo paesaggistico diretto o se nel raggio di 3 chilometri da ciascun generatore non ricade un bene culturale o paesaggistico decretato’. Sembrerebbe tutto nella regola a quanto pare, se non fosse che la Tuscia viene puntellata da centinaia di pali eolici, tutelate dalle larghe maglie della legge.

Alcuni degli impianti presentati al MASE riguardano piccoli paesi e un numero elevato di torri, come ad esempio 11 aerogeneratori a Onano, 14 a Tuscania, 13 a Montefiascone, 20 a Celere, 14 ad Arlena, Ma sono coinvolti tantissimi comuni del viterbese.  gli impianti di grossa produzione, la cui procedura gestisce il MASE, il cui parere ministeriale viene rilasciato dalla soprintendenza speciale per il PNRR

Come si sa, risultano ad oggi già installati gli impianti le cui autorizzazioni risalgono agli anni 2010-2012, quelli di Piansano-Tessennano, etc. (la società si chiamava Tuscia energy e si è poi sfioccata in sottosocietà che prendevano il nome dei singoli paesi). Le pale di Piansano sono state autorizzate in assenza di parere vincolante nell’ambito distanziale del bene culturale ‘centri storici’, perché la procedura allora non lo prevedeva, e l’effetto immediato è il seguente: un’elica che gira esattamente sulla direttrice del corso cittadino, accanto alla torre civica che sovrasta con la sua mole (vedasi foto in apertura) A dimostrazione di quanto sciatti siano stati gli studi di intervisibilità allora condotti, in assenza del nostro contributo, sempre inquadrato come ‘inutile rallentamento’.

E’ vero. sig.ra Eichberg che i suoi pareri sono “rallentanti”, ma non sempre a vera tutela ambientale, ma ideologica, cioè di coloro (vedansi movimento 5stelle) che hanno il cervello ancora all’alto medioevo. Si sappia, che gli impianti eolici sono impianti reversibili, cioè smontabili a fine vita ed anche a fine necessità, quindi l’ambiente tornerà come prima, non altrettanto quando furono costruite dighe per l’idroelettrico e creati laghi artificiali assolutamente mai reversibili.

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