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Possibili ricadute negative per la Tuscia causa la guerra arabo-israeliana

Ci si prepari ad un'accoglienza

Gaza Strip map .Source: “World reference atlas” ]

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,11.10.23

Per quanto riguarda le conseguenze macroeconomiche di questa ulteriore guerra alle “porte di Ccsa”, difficile oggi poterle determinare anche se i prezziinternazionali del gas e dei carburanti si sono già mossi in salita, non tanto perchè i paesi in conflitto ne siano produttori, ma per la speculazione che non perde occasione di porsi in danno dei consumatori.

Per quanto riguarda la nostra piccola Tuscia non sarebbe pensabile a qualcosa di particolarmente negativo sul piano economico se non un probabile rallentamento dell’export verso i paesi del medio oriente in particolare della ceramica per i quali potrebbe essere poi un embargo e l’import di prodotti agricoli, in particolare frutta, in concorrenza, però, con i nostri produttori.

Ma dove la “crisi” recente può avere ricadute sulla nostra regione è l’incremento di arrivi di migranti (in questo, però, veramente per sfuggire ad una guerra) provenienti dalla striscia di Gaza in attesa di essere conquistata dallo stato di Israele. L’Egitto ha chiuso le frontiere, per cui viene esclusa la fuga in Egitto di intere comunità della predetta enclave musulmana, cioè quella che si tratta di una ridotta ex Palestina accerchiata da Israele ad est e confinante con il mare Mediterraneo ad ovest.

E’ probabile, quindi, che parte dei due milioni e mezzo di palestinesi, di cui certamente la massima parte poco favorevoli alle iniziative terroristiche del loro governo, siano intenzionati lasciare il territorio e sfollare.

Il pericolo di un’invasione terrestre palestinese, pare, in calendario nei giorni prossimi venturi, certamente, ad invasione compiuta, la geografia del territorio non sarà la stessa. Escluso che si possa cancellare Israele è molto probabile che sia cancellata la striscia di Gaza di cui ben pochi dei suoi abitanti, ha “piacere” unirsi allo stato confinante nemico.

Sarà ovvia un’emigrazione che non potrà mai negarsi essendo veramente per motivi umanitari. Non crediamo che i fuggitivi da Gaza, negato il loro ingresso legale in Egitto, abbiano intenzione rivolgersi a stati in combutta con l’ISIS o essere accolti dalla mite Giordania, per cui, la rotta non potrà che essere verso l’Europa.

E qui che sarà proprio l'”ospitale” Italia la terra di primo approdo di costoro.

Dopo l’arrivo, avverrà, forse, una collocazione sul territorio europeo, ma, per le ben note scarse intenzioni delle nazioni del nord europea di accogliere migranti, sarà sempre l’Italia avere la maggior parte di questi richiedenti asilo.

E’ quindi possìbile che nella Tuscia potranno essere collocati cittadini ex Striscia di Gaza, certamente bene accolti come veri sfollati da una guerra perenne con Israele, quindi martiri, però, la loro presenza con i loro costumi di vita, la loro religione musulmana, sarà portatrice di problemi culturali qualora l’accoglienza venga “sbracata” in senso solo loro favorevole ed in contrato con le nostre abitudini occidentali.

Un’occasione che si pone: si faccia diventare italiano chiunque legittimamente venga a bussare le nostre porte, mai il contrario.

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