Redazione
Viterbo,11.9.23
Sembra una boutade, ma è vera. La Coldiretti per bocca del suo Presidente Ettore Prandini ha diramato nel notiziario dell’Associazione la proposta di far intervenire l’esercito per la lotta contro i cinghiali.
In effetti, sino ad ora, da parte di ogni amministrazione pubblica, Viterbo in testa, solo parole, parole,parole, ma nessun intervento che abbia quantomeno ridotto il fenomeno dell’inurbamento degli ungulati ormai in misura pari il numero dei cittadini residenti di molti centri abitati
Mentre si parla, i cinghiali scorrazzano nelle campagne, arrecano danni incalcolabili agli agricoltori già battuti dalla pazza meterologia e dalle politiche europee. A mali estremi ,estremi rimedi. Quindi, ci si rivolga all’Esercito. Non capiamo come, però. Trasformare i militari in cacciatori, i genieri in costruttori di gabbie e recinzioni, gli zappatori in realizzatori di trincee nei campi, Boh !
Però, se siamo arrivati di rivolgersi ai militari per risolvere un problema, siamo veramente in emergenza ed in effetti emergenza c’è.
Prima di giungere all’azione militare contro i cinghiali, vorremmo che qualche solerte Procura della Republica si indaghi sull’operato dei Sindaci, che responsabili della sicurezza nelle città per gli animali vaganti, nulla provvedono per la loro cattura e mai nessuno ha provveduto trasformare l’accalappiacani in accalappiacinghiali.
Ecco, la nota di Coldiretti.
“E’ stata finalmente accolta la nostra proposta di far scendere in campo l’esercito per fermare l’invasione dei 2,3 milioni di cinghiali presenti in Italia che causano incidenti, provocano danni alle coltivazioni e diffondono malattie”. Lo rende noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha chiesto ristori adeguati per i danni provocati nel vertice con il Governo al quale hanno partecipato il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e il ministro della Difesa Guido Crosetto e il Commissario straordinario per l’emergenza Psa, Vincenzo Caputo.
Un’azione che abbiamo chiesto da tempo che è condivisa da gran parte della popolazione con quasi sette italiani su dieci (69%) che ritengono che i cinghiali siano troppo numerosi mentre c’è addirittura un 58% che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati per l’indagine Coldiretti/Ixè.
“L’eccessiva presenza degli animali selvatici è una vera e propria emergenza nazionale che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate” Prandini nel sottolineare l’esigenza “di interventi mirati e su larga scala per ridurre la minaccia dei cinghiali a livello nazionale”.
I branchi si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. Il risultato è che oltre sei italiani su 10 (62%) ne hanno una reale paura e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.
“Ridurre numericamente la specie cinghiale significa anche rallentare la diffusione della peste suina (PSA) in quelle zone dove maggiore è la presenza di filiere agroindustriali legate agli allevamenti di maiali che garantiscono reddito, occupazione ed indotto all’Italia” conclude Prandini