Redazione
Viterbo,2.9.23
“Excusatio non petita, accusatio manifesta” è proprio quello che si addice al comportamento del famigerato Consorzio di Bonifica che pretende tassare gli agricoltori della Tuscia senza nulla dare in cambio.
Una recente comunicazione stampa riporta che il Consorzio avrebbe operato operazioni di sfalcio nelle sponde dell’alveo di alcuni fossi in territorio dei Comuni di Tarquinia e Montalto di Castro, ma nulla per il resto dell’immenso perimetro delle aree sottoposte alla sua competenza.
Ridicolo appare farsi belli per aver solo svolto attività di sfalcio sulle sponde, ma di nessun’opera volta alla regolazione idraulica dei fiumi che proprio nella zona di Tarquinia hanno particolare crtiticitò.
Giorni fa, fu proprio l’Unione Agrcoltori di Viterbo, come ricordato su questo giornale Articolo del 23.8.23) , a denunciare l’inutilità del Consorzio che solo espunge denaro ai proprietari dei fondi nel comprensorio (praticamente tutto il Lazio centro nord) senza nulla dare in cambio. Infatti, per regolamento, dovrebbero essere sottoposti a contributo solo i fondi sui quali siano state svolte opere di bonifica e non già la loro totalità.
In parole povere, soltanto un’azione di sfalcio erbe infestanti in una minima zona del comprensorio non può ritenersi attività di bonifica, quando nel resto non si fa nemmeno questo.
L’inutilità del Consorzio Bonifica Litorale Nord è manifesta. Nessun’azione di bonifica, per es. nella Valle del Tevere soggetta a periodiche esondazioni del Fiume, ma nemmeno nella zona dove esistono gli uffici del Consorzio in zona Dragoncello (Com.Roma-Acilia), infatti vennere anni fa sommersi Questi Uffici hanno come unica attività quella di produrre “Cartelle esattoriali” per il pagamento degli “obbligatori” contributi a carico di tutti e non soltanto dei fondi sui quali è stata espressamente svolta un’attività.
Quindi, il Comunicato Stampa del Consorzio emanato per farsi perdonare l’onda di dissenso verso il suo non operato, suona proprio un’accusatio manifesta.