Redazione
Viterbo,18.8.23
Nicolas Fournier che si dichiara biologo specializzato nella biologia ed ecologia cinghiali, evidentemente non viterbese anche se gradito ospite della nostra Città, ha di recente fatto un outing sulle problematiche che provocano la popolazione di ungulati nei nostri territori.
Il Fournier, che appunto per le sue professionalità deve certamente conosscere i cinghiali che praticano le vie cittadine che però non sono quelli nostrani, cioè, i famosi cinghiali maremmani cioè il classico Sus scrofa major sencondo la classificazione linneiana, ma una sottospecie alloctona,proveniente dai balcani (ci aiuti Fournier per dargli il sottonome linneiano) immessa in Italia per scopi venatori, senza però considerarne le conseguenze per la conservazione della razza nostrana.
Pertanto, mentre il cinghiale maremmano ha stile di vita molto riservato, vivendo all’interno dei boschi e difficile da incontrare, la specie balcanica, invece, oltre ad essere particolarmente prolifica, accetta la vicinanza dell’uomo al contrario del selvatico nostrano.
Ecco il motivo di tanta proliferazione urbana di cinghiali mai avuta nel passato con la specie da sempre conosciuta. Per es., lo sviluppato olfatto del maremmano lo faceva rifuggire anche all’odore di una sigaretta.
La soluzione avanzata dal biologo Fournier di creare un’area di ristoro di 50 ettari al Murialdo, ci si permetta dire, è al colmo del ridicolo.
I cinghiali, cari ambientalisti, sono animali dnnosi, da sempre cacciati non solo per la loro ottima carne, ma per limitare i danni alla agricoltura ed alla biodiversità generale. Per secoli nessuno ha mai lamentato distruzione di coltivazioni agricole, oggi tutti.
Qualcosa va fatto, ma non certo restringere gli ungulati in qualche “riserva”, che per il Fournier sarebbe la zona Murialdo intensamente abitata e parte del Parco Regionale dell’Arcionello, proprio quello devastato dalla presenza di ungulati che hanno azzerato la presenza di specie animali minori,danneggiato la micorizzazione dei funghi, fatto sparire rare specie vegetali ed altro.
L’unico rimedio, prof. Fournier, è l’abbattimento selettivo continuo, non la raccolta in gabbie per poi trasferire i cinghiali catturati altrove.
I cinghiali, come Lei ben sa, è un amimale erratico, difficile quindi da collocare se non in spazi recintati.
Prima che i lupi di facciano giustizia, ma, affidarsi ai lupi per il controllo di una specie dannosa lo può diventare dannosa per la mggiore presenza del primo.
In conclusione il prof.Fournier è andato proprio fuoristrada proponendo un allevamto di cinghiali in un quartiere di Viterbo
Quindi, avanti con le doppiette.
Le carni dei cinghiali ancorchè di quelli alloctoni dell’est europeo che sono di stazza inferiore rispetto ai nostrani , sono commestibili.
C’è sempre bisogno di carni nelle mense dei poveri.