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Tornerà la “Giustizia di prossimità” ? Forse, un progetto per riaprire i piccoli tribunali

La Giustizia torni "sotto casa"

Vita nel Tribunal

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,11.8.23

Il deleterio governo Monti del 2011/2012, tra i vari danni, ha provocato quello della fine della “giustizia di prossimità”, cioè dell rete dei piccoli uffici giudiziari sul territorio nazionale,

Avvenne che furono accorpati negli uffici di Tribunale dei centri capoluogo un’infinità di “Sezioni distaccate” , di Uffici del Giudice di Pace, cosi privando i cittadini e la classe forense di un comodo accesso agli uffici, solo per risparmiare qualcosa, ma nel contempo creando grandi disagi.

Si determinò, pure, che palazzi ad uso uffici giudiziari realizzati e spese e cura dei comuni, divennero inutili dopo aver speso miliardi di allora per la loro realizzazione per cui, ancora oggi, qua e la per l’Italia ci restano cattedrali del deserto di palazzi di giustizia inutilizati, ma costosi per la loro manutenzione.

Adesso, alla barba di chi ritiene che l’attuale Governo sia centralista, appare la possibilità della riapertura dei “piccoli” tribunali e, forse, perchè no, degli Uffici del Giudice di Pace che ormai del Tribunale sono divenuti una sezione.

Nel Circondario del Tribunale di Vtierbo sparì la Sezione distaccata di Civita Castellana (già di per se un tribunale) e Montefiascone. sparirono con un colpo di penna gli Uffici del Giudice di pace di Civita Castellana, Ronciglione. Montefiascone e Valentano tutte sedi giudiziarie da secoli.

I cittadini, oggi, devono compiere diecine e diecine di chilometri per avere giustizia. Qualcuno rinuncia.

Una Giustizia sui territori, per i territori è quello che si propone Il Governo che presenta un piano per riaprire i “minitribunali” da Nord a Sud. Abruzzo, Campania, Calabria, Toscana, Lombardia, Veneto. A dieci anni dalla riforma del governo Monti che ha abbattuto la scure su decine di piccoli e medi palazzi di giustizia della provincia italiana, ecco aprirsi uno spiraglio per la loro riapertura. Più di uno spiraglio, in effetti. 
La riforma della “geografia giudiziaria” è parte integrante del programma del governo conservatore. Non a caso inserita nel collegato alla legge di Bilancio del 2022. Ora però la revisione della mappa dei tribunali italiani inizia a prendere forma ed è finita sulla scrivania della Commissione Giustizia al Senato, sotto gli occhi vigili di Fratelli d’Italia che segue il dossier con il senatore Ernesto Rapani. 

In pressing c’è ovviamente la Lega che anche nella battaglia per i “tribunalini” scorge un’occasione per difendere la causa autonomista. Sicché anche le leghiste Lombardia e Veneto sono tra le Regioni che bussano alla porta di via Arenula.

Il Guardasigilli Nordio ha promesso che si andrà avanti, «l’intenzione di questo ministero, anche di questo governo, è di riconsiderare tutta questa serie di riduzioni che sono state fatte». Ma servirà prudenza. Al netto dei costi, c’è il nodo del personale. Il governo è da tempo alla ricerca di nuove toghe tra concorsi straordinari e norme taglia-burocrazia per sopperire alle carenze della Giustizia italiana. Toccherà anche alla provincia, prima o poi.

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