di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,6.8.23
La cronaca nazionale, e non solo, parla e commenta dell’incidente di Amalfi dove in una collisione tra un veliero da diporto ed un agile moderno gozzo ha perso la vita una giovane mamma americana turista con la sua famiglia in Italia. Sempre le cronache riportano quotidiani incidenti in montagna, dove, non passa giorno che ci sono vittime, altrettante sulle spiagge marine e lacustri.
E’ ovvio che nella buona stagione la frequenza di sito montani e marini si incrementa e, con buona pace della statistica, possono aumentare incidenti.
D’inverno, in mare ed in montagna, salvo sciatori, ci si va di meno, pertanto, pochi sono u fatti di cronaca che si leggono.
Ma, non possiamo consolarci per questo.
Va esaminato perchè tanti incidenti accadano.
Partiamo dalle spiagge. I bagnanti non sempre sono esperti del nuoto, anzi, ancora in Italia vi sono cittadini che non sanno nemmeno tenersi a galla, ma,nostante ciò, vanno ad affrontare le onde che si frangono vicino costa per bearsi dell’effetto “idromassaggio” senza però tener conto della risacca che li può portare oltre il limite in cui si tocca con i piedi.
Ecco l’inizio di tante tragedie, che spesso a sono a catena. Infatti, si ha spesso notizia del salvataggio di qualcuno da parte di un volenteroso che poi soccombe sopraffatto dalla fatica. Attenzione quindi, sopratutto se non si conoscono le zone del “tuffo”, che potrebbero nascondere oltre buche anche scoglietti sommersi sui quali farsi male ed iniziare ad andare in crisi natatoria.
Per quanto riguarda la “circolazione” dei natanti ed imbarcazioni in mare e lago, spesso su ristretti spazi acquei, l’attenzione non deve inferiore quella che si ha guidando un’auto. Sembra facile condurre qualcosa che galleggi su una distesa di acqua dove non si è costretti curvare come su strada, ma, anche in mare esistono regole di navigazione e di precedenze spesso non conosciute da chi noleggia un natante per la cui conduzione non necessità di abilitazione.
In mare, ma ovviamente anche in acque interne sui laghi, esistono oltre alle norme di legge, quelle del buon senso che dovrebbero impedire manovre spericolate, come, per es, affrontare un moto ondoso a velocità conseguente, e sopratutto, mai perdere di vista ciò che ci circonda. In questo i velisti sono più attenti, ma non è raro osservare che con barca a vela qualcuno si cimenti in navigazioni spericolate in rapporto le capacità del mezzo e dell’equipaggio.
In montagna, poi, dove la metereologia muta nel giro di poche ore e ci si può trovare in difficoltà grave per un improvviso temporale e calare di nubi che impediscono procedere, altrettanto per un improvviso calo di temperatura, l’attenzione deve essere ancor presente.
Non è possibile affrontare la scalata di un monte senza la dovuta attrezzatura, partendo dalle scarpe per arrivare all’abbigliamento.
Purtroppo la causa di tanti sinistri, molti dei quali mortali, deriva dalla superficialità di chi, ignaro dei pericoli che può nascondere per es.una barra d’onda nei pressi della spiaggia, o condurre un’imbarcazione a motore, che sembra un’automobile, ma automobile non è, perchè non marcia su strada, ma su una superfice mobile, instabile,ampia si, ma non sempre.
Per chi va in montagna, praticando vie particolari, spesso difficili anche per gli esperti, si tolga la mentalità di una passeggiata come in un parco cittadino, ma abbia consapevolezza che in un trekking ci si cimenta con la natura, certamente con le sue bellezze, ma anche con le sue incognite, quindi, attrezzatura e mentalità adatta per affrontare un imprevisto.