08092024Headline:

Il work life balance? Ormai conta più dello stipendio

Secondo un report condotto da Bcg e The Network, i dipendenti oggi quando devono scegliere se accettare o meno una proposta di lavoro non guardano unicamente allo stipendio, ma anche al work life balance, cioè il giusto equilibrio tra vita privata e vita professionale.

Il report, chiamato What Job Seekers Wish Employers Knew, ha coinvolto 90.000 persone in 160 paesi ed è stato condotto per capire quali sono i fattori determinanti che le persone analizzano quando cercano un lavoro.

Oggi i talenti sono molto ricercati, quindi sono consapevoli del loro valore e risultano più esigenti. Lo stipendio chiaramente continua ad avere un ruolo di primo piano, ma emerge un elemento sempre più importante: il work life balance appunto.

Secondo il rapporto il 74% delle persone intervistate ha ammesso di avere avuto una nuova proposta di lavoro nel corso dell’anno, quindi si sente in una posizione di forza nel dettare i termini per sottoscrivere un nuovo contratto.

I dipendenti europei sembrano essere i più soddisfatti, poiché il 45% di loro sostiene di non cercare un nuovo lavoro, anche se sono aperti ad ascoltare eventuali proposte, contro il 41% mondiale. Un altro 42% invece è alla ricerca di un nuovo lavoro.

Anche per le aziende il processo di selezione e di assunzione diventa complicato, soprattutto quando si tratta di giovani talenti, poiché oltre ad uno stipendio adeguato devono offrire quel qualcosa in più per convincerli.

E quel qualcosa in più possono essere i voucher work life balance, cioè buoni che i dipendenti possono utilizzare per fruire di servizi in strutture convenzionate senza mettere mani al portafogli.

I benefit ai quali i collaboratori possono accedere sono tra i più disparati: si va dagli abbonamenti ai mezzi pubblici ai servizi a supporto dei figli, dai centri benessere alle palestre.

Questa tipologia di voucher consente ai dipendenti di poter fruire di servizi messi a disposizione gratuitamente dall’azienda, senza intaccare il loro stipendio, vedendo accrescere il loro potere d’acquisto e conciliando alla perfezione la vita privata con quella lavorativa.

Questo succede perché tutti i tipi di collaboratori, anche quelli più giovani, pur riservando grande importanza alla loro crescita professionale vogliono avere il tempo di dedicarsi alla loro famiglia, a loro stessi e ai loro progetti personali.

Le necessità, come evidenzia il report, possono variare notevolmente a seconda dell’età e dell’area geografica. Il 65% degli intervistati a livello mondiale e il 59% a livello europeo, oltre allo stipendio, sono attratti dai benefit offerti dall’azienda.

Tra le priorità al secondo posto c’è un avanzamento di carriera e al terzo posto una posizione con seniority più alta. Per il 60% dei talenti europei ciò che maggiormente conta è la possibilità di avere una forma di lavoro ibrida, quindi di poter lavorare in smart working almeno per una parte della settimana.

Il work life balance è un’esigenza molto sentita soprattutto tra le persone tra i 30 e i 50 anni, quando gli impegni familiari sono più pressanti, mentre gli over 60 hanno dichiarato di essere disponibili a svolgere un lavoro ad alto impatto, a patto che sia in linea con il ruolo svolto in azienda.

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