di Andrea Stefano Marini Balestra
Non c’è di mezzo l’aeroporto stavolta, ma solo la supremazia laziale nella produzione del noto tubero originario del sud America, sbarcato in Europa alla fine del XVI° secolo, diventato poi il cibo preferito dai nordeuropei, perchè presso le nostre contrade dell’Alta Tuscia la coltivazione della patata ha ottenuto in IGP e vanta importanti quotedi mercato.
Augusto Di Silvio di Grotte di Castro è il presidente dell’UNAPA Unione nazionale associazione dei produttori di patate che coordina i produttori nazionali presenti nel bolognese,nel Fucino, a Colfiorito per non dimenticare Galatina in Puglia e la sila in Calabria.
La produzione italiana forte circa una diecina di anni fa di coltivazioni per 70mila ettari è ridotta oggi alla metà per mutate condizioni climatiche e l’assalto di una larva di elateride che rende incommerciabile il prodotto.
Allora la UNAPA sta lanciando un ambizioso progetto di valenza internazionale per la produzione di nuovi generi di patata, meglio commestibile e meno costosa nella produzione. Questo progetto si chiama “Potaotoes forever” ed è partito proprio da Grotte di Castro la capitale laziale della patata.
Ma dalla costa arriva qualcosa che vuole scalzare la Tuscia nell’eccellenza e quantità di produzione. La famiglia Benetton, titolare dell’azienda di Maccarese, in attesa che i suoi terreni possano ospitare l’Aerostazione e le piste di Fiunicino 2, ha in coltivazione ben 400 ettari di una particolare qualità di patata dalla buccia tenera pertanto edibile nella logica dello spreco zero.
Una “guerra” della patata è in atto tra Viterbo e Tuscia, però oggi è solo la patata di Grotte di Castro la preferita dai francesi per farne la famosa “pommes frites”