15112024Headline:

Dacia Maraini interviene venerdi 7 luglio p. v. Rocca Albornoz Viterbo ore 18.00 su “Pasolini e l’universo femminile”

L'universo femminile nelle opere di Pasolini

Riceviamo e pubblichiamo

Viterbo,3.7.23

ll prossimo venerdì 7 luglio alle ore 18.00 la Sala Conferenze del Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz a Viterbo ospiterà l’evento “Pasolini e l’universo femminile”, ospite d’onore la scrittrice Dacia Maraini che con il poeta ha condiviso l’amore per la scrittura, per la poesia, per la letteratura, per i viaggi e il forte impegno civile e al quale nel 2022  ha dedicato il poetico e intimo libro Caro Pier Paolo.L’evento, curato dall’autrice Rosella Lisoni, si avvale della collaborazione della Docente Unitus Anna Maria Fausto, dell’attore, regista e narratore di comunità Pietro Benedetti e della Professoressa Francesca Pandimiglio.In apertura saluti istituzionali della dottoressa Sara De Angelis, Direttrice del Museo Nazionale Etrusco e della dottoressa Clara Vittori, Dirigente Scolastico Liceo Ginnasio Buratti.Focus dell’evento il profondo, continuativo e proficuo rapporto che Pier Paolo Pasolini intrecciò con l’universo femminile.La passione per la poeIsia e per la scrittura in primis, il cinema e la letteratura successivamente gli offrirono infinite opportunità di collaborare con anime a lui affini, donne con le quali strinse profonde amicizie e solide collaborazioni professionali.Figura di fondamentale importanza nella vita del grande intellettuale del 900 la madre: Susanna Colussi, “colei dalla quale tutto ebbe inizio”. Colei che indicò a  Pier Paolo la strada della poesia dedicandogli, all’età di sette anni, un sonetto al quale egli rispose con una breve poesia. A seguire Giovanna Bemporad, Silvana Mauri, Anna Magnani, Laura Betti, Elsa Morante, Oriana Fallaci, Silvana Mangano, Piera degli Esposti, Maria Callas, solo per citarne alcune.Personalità diverse tra loro e spesso inconciliabili. Di loro, con i racconti di Dacia Maraini tratti anche dal suo libro “Caro Pier Paolo”, Rosella Lisoni ne seguirà le tracce al fine di interpretare la “figura femminile” nella copiosa produzione pasoliniana. Figura mediante la quale egli accusa i processi di corruzione, lo svuotamento di valori in un infinito processo di contestazione dell’ideologia dominante. 

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