di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,8.6.23
Carsicamente riemerge in Città il “problema” Aeroporto, ma solo da note su media, non altro. Nessun politico locale si pronuncia, figuriamoci il Sindaco solo presente in inaugurazioni e perfino incapace di tagliare le erbacce.
Recente un “batti e ribatti” tra il Comitato di Frosinone (APARF -Ass.Progetto Aeroporto Roma-Frosinone) che vanta,però, rispetto a quello di Viterbo capitanato dall’avvocato Bartoletti, appoggi pubblici (Fondazione Roma EXPO 2030 – Roma Italia EXPO 2030) del capoluogo ciociaro circa la questione dello spostamento a Viterbo della Scuola elicotteri interforze, Infatti, mentre il Comitato di Frosinone si dimena per conservarlo presso il loro aeroporto dimostrando la non impossibile coesistenza di una scuola di volo basico con un aeroscalo civile, Bartoletti &C. tuonano contro la decisione ministeriale di trasferire la scuola a Viterbo perchè ritenuta “pietra tombale” sul progetto del “terzo” o anche “secondo scalo aereo del Lazio.
E’ ovvio che fintanto che le “parti” faranno “ammuina” non succederà nulla e….tutto sarà come prima.
Il Comitato di Frosinone in una sua nota diffusa da questo giornale ieri, ribadisce la necessaria priorità della “scelta” aeroporto Moscardini per le esistenti strutture viarie e ferroviarie con la Capitale e certo non gli si può dar torto, nasconde però la natura tecnica del sito aeroportuale in una stretta valle. Dall’altro canto, i promotori “spontanei” viterbesi, decantano le qualità tecniche dello scalo Fabbri ed ancora non gli si può dar torto e si appellano alla società Aeroporti di Roma per avere un assist al progetto.
Da parte mia, ritengo, che sia proprio la soc.Aeroporti di Roma che non abbia alcun interesse all’erigendo aeroporto di Viterbo, ben conscia delle dififcoltà e dei costi inerenti per la creazione di un aeroscalo in una cattedrale del deserto, cioè priva di collegamenti con Roma e Fiumicino,
Ma dove il progetto “Aeroporto di Viterbo” ha il suo handicap è l’assenza di appoggi in città da parte delle componenti politiche, amministrative ed economiche, per non parlare dei “soliti” ambientalisti che vedono gli aeromobili strumento di inquinamento sonoro ed ambientale.
Pertanto, inutile farsi illusioni.
In difetto di consenso e di assist politici sarà impossibile a Viterbo ottenere ciò che peraltro in parte è già avvenuto, cioè, definizione del Fabbri scalo di primo livello, quindi apertura dello scalo al traffico civile ordinario, oggi ancora limitato, ma assolutamente mai un “Ciampino 2”.
Ma crediamo che anche Frosinone che vanta in città la presenza di Maurizio Stirpe, V.presidente Confindustria, potrà far meglio.