Redazione
Viterbo,23.5.23
La Famiglia Faggiani che ne è proprietaria e custode, possiede un importante reperto di archeologia industriale che comunque funzionò anche nei primi decenni del secolo scorso.
Parliamo della “Cannara”, cioè un sistema ancestrale di pesca dell’anguilla ed altri pesci, mediante un particolare impianto la cui tradizione si perde nei millenni quando non esistevano le reti e si doveva far virtù di sistemi arcaici con mano, bastoni e sassi. La “cannara”, nei pressi di Marta lungo il fiume omonimo, emissario del lago di Bolsena, che raggiunge il Tirreno a Tarquinia, sfruttava il dislivello delle acque del fiume.
Si raggiunge dalla Strada provinciale che da Marta porta a Tuscania.
Le anguille (ma non solo) che scendevano al mare erano costrette ad un salto che finiva su un letto di canne da dove poi venivano prelevate con facilità. La “cannara” era dotata di una rudimentale costruzione a cavallo sul fiume dove di notte vegliavano i pescatori pronti a recuperare le anguille imbrigliate nel graticcio di canne. In tempi odierni dove la tecnologia è presente per ogni attività umana, la riscoperta e la conoscenza di come i nostri progenitori si siano procurati mezzi di sussistenza, ha un particolare fascino.
Vale la visita ed anche un soggiorno nel B&B di charme sul luogo, gestito dai signori Faggiani che personalmente vi faranno da guida nel particolare rigoglioso giardino e nella residenza annessa