di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo,29.4.23
Mentre da una parte si plaude per l’avvio di una kermesse di primavera che interessa l’intero centro storico di Viterbo, non si considera, di contro, il disagio dei cittadini che ancora abitano entro le mura.
Praticamente carcerati in casa, impossibiliti usare i propri mezzi, difficoltizzati per circolare nelle vie dove abitano e tutto questo per aver organizzato quello che si pretende essere un intrattenimento ed un invito per i turisti visitare la Città. Veramente un concetto paesano considerare una promozione turistica per una città d’arte come Viterbo la organizzazione di un evento che di culturale non ha alcun alcuno, certo non un buon biglietto da visita per la candidatura di Viterbo città della Cultura.
Chi verrà oggi domani e dopodomani a Viterbo, a parte le difficoltà per giungervi ( l’istituzione di divieti alla circolazione e di sosta è generale), non potrà che vedere casette in legno, bancarelle, attività ludiche varie, ma non godere delle bellezze architettoniche viterbesi.
Ma, quello che impressiona, è la concezione di rivalutazione centro storico sbandierata da questa e dalle passate amministrazioni comunali, che non va nel senso rendere appetibile il vivere in centro, aprire negozi, studi professionali, ma solo considerare vie e piazze del centro come luogo di manifestazioni effimere, spesso, se non sempre di cattivo gusto.
Anzichè piazzare bancarelle in piazza, per es. torna meglio utile a quei poco più di 5mila residenti in centro storico, e per quei sempre meno commercianti avere sicurezza notturna, possibilità di accesso e di parcheggio, mentre, si fa del tutto per decentrare nei centri commerciali, scacciando i residenti dalle loro storiche abitazioni ed commercianti dalle loro botteghe..
Quindi, non è un uso del centro storico praticare eventi sporadici, ma un perfetto abuso che non potrà che aggravare lo spopolamento urbano entro le mura.