17112024Headline:

L’Europa detta legge, ma noi non stiamo a subire. Il Governo vigila

Saranno da buttare le caldaiette a Gas ?

Redazione

Viterbo, 30.4.23

Dopo anni che la Comunità Europea esiste, forse tardi, ma ci siamo resi conto che i dicktat degli euroburocrati di Bruxelles entrano nella nostra vita e che pretendono regolarla per il futuro. Per inciso, ecco, come sarà importante nelle prossime elezioni europee dell’anno prossimo mandare al Parlamento persone preparate e non le solite riciclate e trombate a casa nostra.

Ci riferiamo all’ultima “trovata”, cioè la messa al bando delle caldaiette a gas che negli ultimi decenni ha risolto il riscaldamento domestico e sostituito nei grandi condomini gli impianto centralizzati.

Il furore ambientalista europeo sta sfiancando i cittadini della comunità al punto ritenerli responsabili dello sconquasso ambientale del mondo solo per mantenere sul proprio balcone un piccolo impianto di produzione acqua calda, quando è proprio l’Europa il minor “produttore” di inquinamento mondiale che vede Cina, Stati Uniti ed India in testa.

L’Italia è piazzata solo 19° posto tra i paesi industrializzati.

E’ ovvio che dietro le manovre probizionistiche di Bruxelles ci sia la manina dei produttori di pompe di calore per lo più in Cina, poche in Europa, quasi nessuna in Italia. La scusa è anche quella di affrancarsi dal gas russo

Comunque la discussione procede.

La Commissione Ue va avanti verso lo stop alla produzione di caldaie a gas da settembre del 2029. Ma dal consultation forum tenutosi ieri a Bruxelles sono emerse le prime spaccature tra i diversi Paesi membri e i molti stakeholder che hanno analizzato la misura: tra favorevoli e contrari, al momento, una mediazione sembra difficile. Infatti, il “trucco” per giungere a mettere al bando le “caldaiette” viene dal varo del regolamento delle etichettature dei sistemi di riscaldamento, cioè, variandole, si rendono inutilizzabili non costruibili quelle che secondo la tecnica attuale lo sono. Queste nuove regole potrebbero portare al divieto di produrre caldaie a gas in Europa. Il divieto non arriva direttamente, ma si materializza attraverso la definizione di un limite minimo di efficienza stagionale per la categoria delle caldaie, pari al 115%. Questo limite taglia fuori dal mercato qualsiasi caldaia, indipendentemente dalla possibilità di essere alimentata con combustibili rinnovabili. Risultato, potranno esserci solo pompe di calore, costose e, soprattutto, di difficile impianto nelle abitazioni urbane in condominio.

Nutrito il fronte dei contrari. Tra i Paesi membri, la posizione più dura è proprio quella dell’Italia, che si è opposta nettamente al divieto per ragioni di neutralità tecnologica. Ma perplessità sono state espresse anche da Slovacchia, Romania, Croazia, Repubblica Ceca. Decisiva, a questo punto, la posizione degli Stati, come la Germania, che non hanno ancora dato un’indicazione chiara.

Ora scattano otto settimane per depositare rilievi tecnici e politici. Solo alla fine di questo periodo sarà possibile comporre la mappa dei favorevoli e dei contrari. Chiusa la consultazione, potrebbe esserci una nuova riunione con i Paesi membri. Seguirà il voto del Parlamento e del Consiglio, che non potranno modificare il testo ma solo approvarlo o respingerlo.

Policy per la pubblicazione dei commenti

Per pubblicare il commenti bisogna registrarsi al portale. La registrazione può avvenire attraverso i tuoi account social, senza dover quindi inserire ogni volta login e password o attraverso il sistema di commenti Disqus.
Se incontrate problemi nella registrazione scriveteci webmaster@viterbopost.it

Pubblica un commento

Per commentare gli articoli, effettua il login attraverso uno dei tuoi profili social
Portale realizzato da