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Il 25 Aprile sia “Festa della Libertà”, mai un dies irae

Mai oggi si continui a dividere il popolo italiano.

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,25.4.23

Nel commento di ieri su queste pagine espressi il concetto di ritenere il 25 Aprile come una festa di ritrovata unità territoriale italiana, proprio perchè quel giorno del 1945, l’Italia venne per un’altra volta liberata dallo straniero, di conseguenza, fu nuovamente unita e le fu evitato di spaccarsi in una repubblica comunista o anche una fascista al Nord, lasciando il resto al SUD alla corona d’Italia.

Ecco, pertanto il valore della liberazione: Non solo il 25 aprile 1945 deve essere il ricordo della fine del nazifascismo e la vittoria dei partigiani, ma, soprattutto oggi, ricordo di una riunificazione nazionale. Proprio con questo spirito, la data venne riconosciuta festa da Re Umberto II° .Pochi, infatti, sanno, o molti vogliono dimenticare, che questa ricorrenza festa nazionale la dobbiamo a Umberto di Savoia, futuro re Umberto II, che la istittui con decreto luogotenenziale il 22 aprile 1946.

Nei decenni successivi la data del 25 aprile è diventata aggiottaggio dalle sinistre che non hanno mai mancato di utilizzare questa ricorrenza per celebrare le tesi antifasciste, che oggi, a oltre 80 dopo la sua caduta, appaiono quantomeno pura retorica. Le sinistre, sono quindi “terrorizzate” che la “loro” festa cambi abito, da liberazione da un evento storico, ad una celebrazione del concetto di libertà che proprio loro stessi hanno spesso dimenticato.

Si celebri quindi il 25 aprile come “Festa della libertà”, cioè solo generico ricordo di fatti passati, ma come attuale celebrazione del principio di libertà proprio quello che ispira la nostra Costituzione che fu certamente tratto anche dagli eventi di quel remoto 1945, ma che resti sempre presente in ogni manifestazione della vita privata e sociale.

La Costituzione repubblicana italiana è ispirata alla libertà individuale, politica, imprenditoriale, religiosa e di qualsiasi pensiero, non è pertanto una “anti” di qualcosa . Ritenerla come un “anti” è un vulnus al suo principio, perchè, dichiararsi “anti” significa dividere, mai unire. La Costituzione di uno stato moderno liberale è la carta fondamentale delle leggi di tutti, mai contro qualcuno.

Con questo spirito sia finalmente festeggiata la giornata di oggi.

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