di A.Stefano Marini Balestra
Viterbo, 28.3.23
Ci sarebbe mancato pure questo e cioè che il detenuto al 41bis Alfredo Cospito, leader degli anarchici, potesse scontare il carcere ai domiciliari presso l’abitazione della sorella a Soriano !
Non bastano nella città di Viterbo e nelle Provincia fragorose manifestazioni di devastazione urbana praticata da giovinastri che si dedicano ad attività antisociali, che la permanenza del Cospito nella Tuscia avrebbe aizzato i suoi sodali a compiere atti in suo sostegno che poi sono distruzione di arredi urbani, negozi ed auto.
Dopo che la Difesa del detenuto Cospito, tutt’ora in sciopero della fame da mesi senza morire (infatti il furbacchione, non mangia bistecche e piatti di pasta, ma integratori forse più efficaci per campare), ha con ogni mezzo scomodato Tribunali ed anche Cassazione per ottenere la revisione del regime carcerario affibbiatogli da anni, addirittura, con la sfacciataggine di chiedere la detenzione in casa.
Cospito ha dimostrato con i suoi gesti di guidare una rivolta verso lo Stato, pertanto, ancorchè in regime cosiddetto “duro” guida le tesi anarchiche, figuariamoci cosa avrebbe potuto fare non in carcere ma presso sua sorella Claudia, pure essa pasionaria anarchica, a Soriano nel Cimino.
Forse erano cretini o cattivi gli antichi quando spedivano in Cajenna i detenuti pericolosi ?
Certo che no. Un detenuto pericoloso deve essere ristretto al massimo, meglio pure in un altro continente, figuriamoci a casa sua !
Una volta tanto la Magistratura si è dimostrata giusta ed equilibrata ed aliena dal rumore mediatico della sinistra che protegge i delinquenti, dall’affere Cospito alle borsettatrici sulla metropolitane cittadine.