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La virata rosso antico della Schlien nel PD turba i viterbesi

Redazione

Viterbo,21.3.23

Gli elettori viterbesi del PD, non molti in verità, vengono da una tradizione di sinistra moderata, cattolica, di area governativa, quindi ben lontani dalle starnazzate della nuova Segretario Schlien che sta riportando il PD oltre mezzo secolo addietro, alla pratica bolscevica del vecchio PCI. Lo stile dell pulzella italosvizzera ricorda quello di Peppone di guareschiana memoria che, appunto nel primo dopoguerra tenzonava con don Camillo ed i conservatori del loro paese. Ma, come era ridicola la figura del corpulento sindaco cinematografico di Brescello, altrettanto oggi quella della longilinea mascolina Schlien che, invece di fare proposte di opposizione al governo credibili, si sbraccia a declamare slogan radicali senza senso e sopratutto senza futuro.

Sembra che il PD abbia nei sondaggi guadagnato un mezzo punto rubandolo ai Cinquestelle perchè delle baggianate di questo movimento si fa vanto e programma di governo.

Ma, altro che “campo largo” tanto cercato dall’ex segretario Letta !

I primi dieci giorni della segreteria Schlien hanno riportato l’orologio del partito “progressista” PD indietro di decenni. C’è aria di lotta di classe, di becere proposte di legge incompatibili con l’insegnamento cristiano, di proposte di tassazione che sanno di esproprio e tutto l’armamentario antifascista possibile ed impossibile.

E’ ovvio che gli elettori viterbesi di sinistra moderata non la possano seguire. Essi provengono dalla Democrazia Cristiana, dal Partito popolare e dalla Margherita, dove la sinistra era moderata e di governo.

Conseguenza. Se la nuova direzione del PD sarà capace di raccattare gli estremisti, ancora veterocomunisti che erano confluiti in loro minimi partiti, di certo ha già perso i moderati.

Non sappiamo, poi, se il conto torna. Certamente, per fortuna della Meloni, l’opposizione sarà sfilacciata ed incapace creare a breve un’alternativa di governo.

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