Editoriale
Viterbo,4.3.23
Chi elettore del PD canta vittoria per la loro scelta di Elly Schlein alla segreteria dovrà presto ricredersi. Già dalle prime ore dopo la sua ascesa al “Nazareno”, la pulzella italo-svizzera, discendente da famiglia aristocratica ebraica nordamericana (solo la madre è italiana) ha calato le carte della sua politica.
Chi si illudeva che rappresentasse il nuovo rispetto ai brontosauri pieddini che da decenni si esibiscono al governo della Nazione senza ottenere risultati che non per se stessi, ha già capito che la nuova segreteria intende seppellire il passato del partito e, forse, rifondarlo. La sua cultura radical-chic che mai si è confrontata con i problemi spicci degli italiani la porta ad abbracciare i resti del M5Stelle, un movimento per il vaffa e non per il governo.
Che il PD necessiti in un tagliando politico si, ma non in senso comunista, massimalista anche bolscevico per i livore manifestato dalla nuova segretaria nei confronti della classe media italiana che da queste politiche non potrà che subire danni. Rispolverare la tassa di successione, la patrimoniale, tassazione ovunque, quindi rialzo automatico dei salari, confisca di abitazioni sfitte è un armamentario che ci riporta un secolo addietro, che non solo non funziona, ma provoca miseria.
Altro che Partito Democratico forza di governo !
Se continua cosi farà la fine dei partitelli dell’estrema sinistra con consenso al voto con i loro numeri da prefisso telefonico.
Infatti, tanti eletti nelle file del PD, di derivazione moderata, cattolica, ex democristiana che avevano creduto nell’azione di una sinistra moderata socialdemocratica nel governo del paese, stanno ripensando le loro scelte e meditano uscire. Primo tra tutti il nostro concittadino Fioroni, ma adesso, da un’intervista, viene fuori Elena Bonetti, esponente del Terzo Polo, cioè quel movimento Renzi-Calenda, comunque era associato al PD, si dichiara d’accordo negare fiducia al PD e addirittura, darla a FdI in tema Ucraina..
Cosa dice la Bonetti ? Le avvisaglie della politica nuovo del PD sono incompatibili con le scelte fatte dalla sinistra moderata Si va dall’appoggio alla Ucraina che ora si intende negare, quindi alla abolizione del Jobs act che ha garantito sviluppo, per non parlare della riedizione di uno jus soli, di libertà di spinello e matrimonio gay, tutte proposte indigeste a chi abbia un minimo di cervello e non abbia ragionare da “centro sociale”.
Sarà pertanto “naturale” che i moderati elettori del PD facciano le valige e traghettino il loro consenso altrove.
Calenda e Renzi, che pensano ad un partito comune, goncglano, sono in attesa dei loro voti, anche se, ritengo, la ricostituzione di un grosso centro resta un’utopia e credo, molti siano d’accordo.
La neo politica PD della Segreteria Schlein riporta l’orologio della politica italiana indietro di oltre mezzo secolo: da una parte i rossi comunisti, dall’altra i bianchi democristiani. Vinsero sempre i democristiani, ma non solo per i loro consensi diretti, ma per l’appoggio che i moderati gli dettero. I consensi ai rossi comunisti furono solo frutto di ideologie già a quel l tempo (anni 50 e 60) da porre al bando. Figuriamoci adesso !
In Italia sta crescendo nel centrodestra, checchè se ne dica, un nuovo polo moderato, quello che potremmo chiamare il partito della nazione, come lo fu la DC ai suoi tempi.
I moderati ex PD in fuga non hanno solo il rifugio di Forza Italia ormai solo partito personale dell’anziano Berlusconi vittima di qualche episodio di demenza senile, ma di forze nella destra giovani che già hanno dimostrato saper guidare la Nazione.
“Avanti c’è posto” dicevano i bigliettai dei tram una volta.
Appunto, nel panorama politico italiano c’è posto. Ben accolti dovunque si vadano a collocare i moderati italiani, l’importante che lascino il PD alle sua contorsioni antifasciste ed anticlericali alle “sardine” ed occupatori di immobili da loro definiti “centri sociali”.