Editoriale
Viterbo,9.3.23
Cosi come apparso è stato fatto sparire.
Tutti i media nazionali, con ogni mezzo, ne hanno dato conto, però, perchè Viterbo sia fatta conoscere non ha bisogno di pubblicazioni di queste notizie.
La stampa che aveva iniziato con insistenza narrare del fatto che un murale offensivo era comparso a Viterbo, ha poi ripiegato sulle notizie del vicino terremoto in Umbria e del Consiglio dei ministri a Cutro. Certamente dar conto al pubblico di notizie più importanti, ha fatto retrocedere quella dei murali apparsi a Viterbo ed in nord Italia
Nel frattempo, cancellata la scritta a cura del Comune, esternato dai più il massimo del biasimo ed avviate indagini dalla Questura, resta il fatto che la “bravata” di un ignoto vada classificata fra le cretinate che ogni giorno vengono dai più massimamente praticate.
Appunto, si sa, la madre dei cretini è sempre incinta, quindi i cretini sono troppi e troppi ci saranno sempre.
Pubblicare su un muro una scritta indegna nei confronti di un personaggio politico, fa il pendant con quanto pubblicato da un certo Ceccarelli su un social contro la Presidente del Consiglio ed un altro analogo bestiario comparso la e qua sulle vignette dei giornali anche agrande tiratura.
Far ritenere che il cretino che ha sprecato vernice per imbrattare un muro cittadino con una delirante frase con annesso simbolo indichi rinascita dei “cultori” dei forni crematori nazisti, cioè antisemitismo, è solo frutto di fantasia di qualcuno che vede ovunque rigurgiti fascisti ed anche nazisti.
Faccia la DIGOS le sue indagini e ne riporti i risultati in Procura sempre ammesso che sia possibile risalire all’autore del gesto troppo frettolosamente indicato come appartenente all’area di estrema destra (ma non potrebbe essere qualcuno che lo ha fatto per gettare fango alla destra !), ma, non crediamo che da una qualsiasi indagine si possa confermare che nella città di Viterbo alberghino cellule neofasciste pronte a riaprire i campi di sterminio mettendoci in prima fila la neo segretaria del PD. Riteniamo, però, che un’attenzione maggiore da parte delle autorità vada rivolta nei confronti dei movimenti anarchici che si stanno manifestando rumorosamente in ogni dove.
La frase riportata sul murale, certamente esecrabile, è però frutto della campagna d’odio che dalla sinistra parte nei confronti di coloro che non la pensano come loro ed è proprio la Schlien, nei suoi primi atti di “governo” delle sinistre, che fa del tutto per attizzare lo scontro.
Il risultato: prima le foto della Meloni e del ministro Valditara a testa in giù a Torino, ieri a Viterbo, ma non solo.
Le mani che hanno eseguito queste “manifestazioni” di dissenso sono propaggini di una mentalità cretina, assolutamente non programmatica di materiale esecuzione dei messaggi dati, ma di solo slogan.
Però, come si dice: “Chi la fa se lo aspetti.” L’importante, ma è certamente cosi: cioè che si resta solo agli slogan.