di Andrea Stefano Marini Balestra
Viterbo21.2.23 –
Chi solo ha i capelli bianchi sa che a Viterbo negli anni 50 uno degli eventi più sentiti del Carnevale era il Veglione della Stampa che si teneva al Teatro dell’Unione.
Chi ha visto il film “I Vitelloni” di Fellini del 1953 nel quale, tra le scene più particolari del copione. ci sono le riprese “dal vivo” di quella serata di Carnevale, nel quale gli attori (Alberto Sordi) erano mescolati con il pubblico a ballare e comportarsi da “vitelloni”. Solo la pellicola felliniana conserva le immagini di questo storico veglione.
Io ancorchè nato nella prima metà del secolo scorso non no ho mai partecipato, ero troppo piccolo, ma ricordo i preparativi dei miei famigliari per la serata.
Era obbligatorio essere in maschera, proibito solo il “domino” cioè la mascherina che copre il volto per motivi di sicurezza. Era un impegno mondano partecipare, come altrettanto la serata di Carnevale presso Circolo Viterbese 1870 la sera del lunedi di Carnevale. C’era tutta la Viterbo che contava.
Mi si raccontava dai miei fratelli di quelle festa, un vero inno alla gioia e della spensieratezza che soltanto l’Italia ebbe in quegli anni.
Come funzionava. Dalla platea del Teatro venivano tolte le poltrone per cui aveva un’immensa sala da ballo, dai palchi era possibile far piovere coriandoli e stelle filanti e chi ne era presente aveva la possibilità di assistere alla festa dall’alto. Palloncini dalla platea venivano lanciati in aria, addirittura, come si vede nel film di Fellini, una pubblicità dei magazzini CIFAM fece la comparsa su uno striscione volante.
Oggi questa “classica” del Carnevale viterbese non c’è più, ma sino alla fine degli anni 60 la tradizione ha resistito. Nell’edizione del 1970 fu presentatore un giovane attore emergente: Paolo Villaggio che introdusse la cantante Carmen Villani anch’essa agli esordi.