Redazione
Viterbo,20.2.23 –
Era ovvio che nel corso della manifestazioni della Giornata del ricordo per le vittime delle foibe dello scorso 10 febbraio, uscisse fuori la questione della revoca di un’importante Onorificenza della Repubblica Italiana concessa nel 1970 all’allora dittatore della Jugoslavia Josip Broz detto Tito. Negli anni del silenzio e della negazione delle stragi compiute dalla bande comuniste titine in Istria e Dalmazia, per l’allora presidente della Repubblica Italiana Saragat non fu difficile di nominare Cavaliere della Repubblica un criminale di guerra, diretto responsabile dei stragi di nostri connazionali.
Certo piaceva al Partito Comunista italiano veder insignito un loro campione tra coloro che hanno meritato per la Repubblica.
Ma poi si è scoperto il contrario. Tito e le sue sciagurate truppe non erano solo dedite a vincere la guerra contro gli invasori tedeschi, ma erano intente ad effettuare una pulizia etnica degli italiani abitanti da millenni sul suolo illirico-dalmata.
Oggi il velo è stato dischiuso ed è da tutti vine riconosciuto che crimini di guerra atroci furono opera di bande partigiane comuniste guidate da Tito.
Anche un cittadino di Viterbo, tale Nello Marignoli, di professione gommista, partecipò alla guerra partigiana titina nei territori dell’Istria e della Dalmazia e si distinse al punto di essere tra i massacratori degli italiani cosi importante da essere insignito della Spomem Medalju personalmente dal m.llo Tito.
Certo un’orrenda pagina che mai avremmo voluto leggere quella che un nostro concittadino si sia reso responsabile di crimini di guerra.
Ma, “parce sepulto”. Nello Marignoli è morto nel 2014. In ogni caso, la sua figura di integerrimo partigiano antifascista deve essere riveduta e corretta.
Nei giorni scorsi, per iniziativa di Fratelli d’Italia, è stata presentata una proposta di legge per la revoca dell’onorificenza della Repubblica Italiana a tutti coloro che si sono macchiati di gravi crimini, come il Maresciallo jugoslavo Tito, carnefice dei nostri connazionali e della tragedia delle Foibe. Il Progetto di legge a prima firma Rizzetto, Foti e Matteoni prevede la revoca dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana al maresciallo Tito, facendo ricordare che l’Ordine al merito della Repubblica Italiana fu istituito con la Legge 3 marzo 1951, n. 178 (G.U. n. 73 del 30 marzo 1951), è il primo fra gli Ordini nazionali ed è destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.“.
Infatti, Il dittatore comunista jugoslavo, responsabile del massacro delle Foibe, aveva ricevuto il titolo di Cavaliere di gran croce dell’ordine al merito della Repubblica italiana nel 1970, gli anni del “rumore del silenzio” in cui i libri di storia omettevano l’eccidio di italiani ad opera dei comunisti slavi, quindi ad “errore” riconosciuto di “benemerenze” verso la Nazione. .